“Sì al Se.” – Omelia VIa Domenica di Pasqua A-2017

 

Il Signore sia con voi… pensiamoci: quante volte durante la messa ci viene rivolta questa frase? (vediamo…. )
4: saluto iniziale, vangelo, preg. euc., fine per la benedizione.
Sia, al congiuntivo…un desiderio, un augurio. Ma come!!
Sembra una scelta poco coraggiosa, quella della liturgia, da questo punto di vista: nel vangelo che abbiamo appena accolto invece, Gesù continua a ripetere che ci ha donato lo Spirito, come nostro avvocato, che Lui viene a noi, è in noi, rimane con noi…allora dovremmo sentirci rassicurare e ricordare che il Signore è già con noi, non sperare che lo sia. Non è poi custodito nel tabernacolo? non è in noi dal battesimo? perché allora ..sia e non è?
Eppure pensiamoci: questa è la libertà che ci viene offerta. Non un dato di fatto, un’imposizione ma un augurio, sia con te…una mano che ti viene offerta, da stringere, tu lo possa accogliere e far vivere davvero in quello che sei ed in ciò che fai.
Curioso, se riflettiamo: questo augurio per 4 volte in una messa…quasi a dire: guardate che non è automatico ne scontato. Non è che siccome sei battezzato o credente o sei in chiesa, tu lo senta vicino. Sia con te…che tu l’abbia lasciato entrare.
Al percorso dei battesimi qualcuno chiede il sacramento per il bambino ma si rifiuta di accettare che Dio c’entri qualcosa…Celebriamo funerali e matrimoni ma spesso mica siamo credenti, vogliamo prima comunione e cresima per i figli ma mica riconosciamo il ruolo di Gesù in tutto questo: sono solo riti teatrali, scaramantici, abitudine e inerzia…molto triste. Le parrocchie sono vissute come agenzie di prestazioni religiose.
Gesù invece ci vuole liberi e soprattutto consapevoli. Sia con voi!
Possa essere Lui a consolarti con la sua presenza e accompagnarti con la forza della Parola e la luce del suo spirito nelle scelte e nelle azioni di tutti i giorni.
La prima parola di oggi è “Se”… se mi ami, se qualcuno mi vuol seguire. Gesù ha sempre detto Se a tutti: solo rispondendo Si al Se…possiamo metterci in cammino. Ed essere cristiani.
Gesù chiede di rispondergli, non di obbedire. Il nostro si, al suo se deve essere risposta consapevole e responsabile. Crea relazione.
Questa pagina ha un qualcosa di struggente; Gesù sta chiedendo a ciascuno di noi di fidarci di Lui, sembra dirci…coraggio mettimi alla prova, ne varrà la pena, non ti lascerò solo, sarai vero e autentico, amato per quello che sei, non per quel che puoi o meno dare o hai dato.
Solo il tuo si trasforma quel se in un noi di fiducia e abbandono. Solo a questa condizione ci si mette in cammino.
Sembra mettersi a nudo, Gesù, fragile e bisognoso del nostro amore. Vuole essere amato. Noi nel frattempo che attività stiamo organizzando?
Ma dove lo troviamo un Dio che ci chiede di amarlo, di volergli bene… che vuole valorizzare quel che noi siamo in grado di dargli, che vuole aver bisogno di relazione con noi.
Il pastore che vuole essere amato dalle pecore; pensiamo a quando Gesù chiederà per 3 volte a Pietro se lo ama, se gli vuole bene…quando si fa dare i 5 pani e i 2 pesci per sfamare tutti.
Il Signore sia con ciascuno di noi, allora, oggi: se perdiamo questa libertà vivremo una fede da schiavi dell’abitudine, annoiata e indifferente. Morta. Non saremo mai in grado, come ci chiede la seconda lettura, di saper rendere ragione della speranza che è in noi. Se fossimo stati meno credenti e più credibili, sarebbe stato meglio.

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