Domenica XIVa T.O. – A

(Tempo di lettura previsto: 4 minuti)

In Ascolto del Vangelo secondo San Matteo 11, 25-30

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Corazin, Betsaida e Cafarnao: le tre città sul lago di Tiberiade dove Gesù aveva appena predicato e annunciato il vangelo.
Non lo hanno accolto ma frainteso, condannato, escluso, allontanato.
Non sono disposti a cambiare idea ne a mettersi in discussione. Stanno bene così, bastano a loro stessi, religiosi e devoti a quel che credono di sapere.
Preferiscono schernirsi di fronte a Gesù a colpi di “ci hanno insegnato così, mi hanno sempre detto così, siamo abituati così…”
Gesù, indignato, si scaglia con forza con un’invettiva contro di loro e poi esausto si mette a pregare.
Il cambiamento spaventa sempre e scardina o fa traballare le sicurezze.
E arriviamo a questo vangelo: i primi versetti infatti ci permettono quasi di origliare di nascosto ad una sua personale preghiera con Dio. Infatti lo chiama Abba, papà…e gli rende lode, lo benedice, perchè..sostiene…Lui ha tenuto nascoste queste cose a sapienti e dotti e le ha rivelate ai piccoli. Le cose di cui parla son quelle annunciate nelle tre città ma senza fortuna.
Mi piace sempre notare che piccoli non è il contrario di sapienti e dotti..al limite dovrebbe essere “stupidi-ignoranti-incompetenti!”. No; la fede cristiana non è questione di intelligenza, comprensione o studi fatti.
Piccolo…cioè non grande, autosufficiente, orgoglioso. Piccolo è chi si senta sempre di passaggio, provvisorio, bisognoso di imparare, scoprire, approfondire. Chi non si senta mai a posto o arrivato o troppo giusto. Ma sempre un po’ in bilico o tenuto su soprattutto da Qualcuno. Penso anche a persone molto colte, preparate eppure così umili e semplici. Ecco.
Per credere ci viene chiesto di essere piccoli. E di cercar ristoro a ciò che siamo, ci stanca o tormenta solo innanzitutto in Lui.

O meglio, assieme a Lui.

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