Non basta saper leggere.. – Omelia IIIa Pasqua 2018 – B

 

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IIIa Pasqua 2018-B

Abbiamo appena fatto un segno di croce su fronte, labbra, cuore…che significato ha questo gesto che facciamo in maniera automatica? Il sacerdote che annuncia la Parola, dopo aver fatto il segno di croce sulla pagina del Lezionario, lo rifà sulla fronte, sulle labbra e sul cuore. Anche l’assemblea è invitata a farlo, come un forte richiamo che la Chiesa intende fare per sottolineare la grande importanza al Vangelo. La Parola di Dio, va accolta nella mente, annunciata con la voce, conservata nel cuore. 

    Questo è uno dei modi più semplici e autentici con cui vivere da risorti. E’ ancora Pasqua. Non importa come abbiamo vissuto la quaresima..ma come scegliamo di vivere questo tempo di Pasqua! Un cristiano è tale solo se in ascolto di un Dio che prendendo sul serio la nostra vita ci rivolge sempre una parola, una buona notizia, per dare qualità divina alle nostre vite. E noi? ci interessa?  Dio non è muto, siamo noi muti, che non sappiamo dire nulla di Lui e della nostra vita!

   Gesù nel vangelo, a discepoli dubbiosi, stupiti e anche felici, dice Luca che.. “aprì loro la mente…” immagine forte: come si fa ad aprire la mente? eppure la mente è come un paracadute, funziona solo se è aperto. Molto plastica, aprire…è un dono, una fatica, una luce che ci sorprendere, attraverso lo Spirito Santo, è Lui che lo fa, noi non possiamo giustificarci banalmente dicendo che non siamo preti, non abbiamo studiato o ci hanno insegnato così. Rischiamo di credere di più a queste scuse che alla buona notizia del vangelo. Ma così viviamo imbalsamati! E spenti…

   per comprendere le scritture: non basta saper leggere, c’è un oltre! Un contesto culturale che le ha prodotte, un linguaggio da aggiornare, millenni di tradizioni orali e traduzioni scritte, un’intenzione di coloro che scrivevano per i loro destinatari; ecco perché abbiamo 4 vangeli e non uno solo, perché alcuni testi sono “apocrifi” cioè non fanno parte di un canone, cioè non sono nella Bibbia…Luca qui ci sta dicendo che solo attraverso la Parola compresa, Gesù può raggiungerci e rianimare le nostre vite imbalsamate. Allora penso a quante persone, partecipando alla formazione delle nostre parrocchie, ne ha scoperto la forza ed il gusto, iniziando ad ascoltarla anche per conto proprio, grazie a internet, delle buone letture, dei corsi o i libretti in fondo alla chiesa…Ecco perché la liturgia ci chiede di rinnovare sempre questo impegno con quel gesto…stappare…la Parola va…

1-accolta nella mente: Un signore mi confida che da quando è in pensione, considerandosi un bravo cattolico, ha deciso finalmente di legger la Bibbia. Pare una scelta spinta dall’orgoglio, dal dire che lo sta facendo piuttosto che da un bisogno…e che bello sentire che gli sta cambiando la vita, la Parola lo sta convertendo e la considera non più come una cosa doverosa da fare per un cattolico ma una miniera di tesori da scoprire e gustare, che da sapore diverso alla sua quotidianità: dubbi, domande, riflessioni, intuizioni…

2-annunciata con la voce: Riconoscere che la Parola va condivisa: non significa mettere la parola Gesù dappertutto e a caso ma con gradualità scoprire che possiamo essere testimoni di una vita diversa ispirata dal vangelo. Non chi dice SignoreSignore

Effatà: nel battesimo, le labbra che si aprono, per respirare lo SS, per annunciare testimoniare o meglio raccontare.. Solo chi si racconta ci provoca, chi è appassionato ci convince più di chi ci spiega con competenza o ci insegna dall’alto al basso; ma per questo bisogna essere cristiani che hanno fatto esperienza di Gesù Cristo risorto, non solo tanto de ciesa, cha fanno tante cose religiose…o in parrocchia…Infine la Parola va…

3-conservata nel cuore: Giuliana mi racconta che da quando frequenta, la legge, in mezzo alle faccende di casa, anche pochi minuti al giorno, fa esperienza di ascolto; Gesù per questo usava un linguaggio semplice, fatto di parabole, esempi, immagini. Per essere ricordato e citato, al bisogno, come un proverbio.

Io credo che la Parola allora sia come quella famosa marca di caffè di una volta..più la mandi giù, più ti tira su, più la ascolti immagazzinandola, più al momento del bisogno ti aiuterà a capire, in una situazione particolare, come comportarti e vivere…dando autenticità a quello che sei e fai. La Parola non ci risponde ma ci descrive…mentre la ascoltiamo. Senza Parola non possiamo dirci cristiani…Prima di tante devozioni, c’è la parola di Dio per noi. Non ci ardeva forse il cuore…diranno i discepoli ad Emmaus dopo che Gesù ha spiegato loro la sua Pasqua? ardeva…sentirsi gasati, motivati, rinforzati, riscaldati, illuminati dalla Parola.

    Signore Gesù donaci un cuore disponibile ad accoglierti, stappa, apri le nostre menti e le nostre vite all’ascolto urgente e alla comprensione efficace della tua Parola di vita per ciascuno, con umiltà e il coraggio di chiederti -giorno per giorno- di essere realmente una buona notizia per noi.

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