Sberle e carezze…. Xa TO B-2018

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Voi cosa volete per vostro/a figlio/a? Qual è la sua volontà? sia felice, realizzato, bravo e buono? che porti avanti il cognome, renda nonna, diventi il calciatore famoso che il papà non è stato..

   Il vangelo oggi è piuttosto duro. Ma è una pagina magnifica.  Siamo chiamati ad ascoltarlo bene, non in maniera superficiale. Gesù viene considerato pazzo e indemoniato. E questo viene messo pure a verbale, trascritto nei vangeli senza vergogna!!

  Pazzo, dai suoi. Li mandano a chiamare, come succede sempre, no? avvisate i famigliari, venitelo a prendere, abbiate cura di lui poverino, prima che serva un TSO. La seconda volta chiamano anche la madre, Maria…è la madonna, no? ok?

Indemoniato dagli scribi, scesi a posta da Gerusalemme per controllare e certificare, loro che sanno chi è Dio, hanno studiato, sono molto religiosi e detengono la garanzia di chi sia dentro o fuori della fede, della morale, chi sia giusto o meno davanti a Dio.

Non male…anche solo da riportare in un vangelo, come un verbale, cioè da affidare a chi leggendo pagine come queste sarebbe chiamato a fidarsi di quel Gesù pazzo e indemoniato.

E perché? perché parla di Dio in maniera così diversa. Tanto da…manca un personaggio all’appello… chi? la folla.. la folla, dice Mc, rinuncia perfino a mangiare pur di ascoltare questo capellone alternativo che scioglie i cuori e li attira col suo carisma. Se dovessimo proporre a tanti nostri momenti di preghiera, messe, capitelli… di non finire col rinfresco..li faremmo lo stesso?

 La folla pare sfamarsi solo di Lui e delle sue parole, andando all’essenziale… e qui folla significa davvero un’umanità varia..non i migliori, ne i perfetti, ne i praticanti o i parrocchiani…ma solo chi ha percepito che questo vangelo – buona notizia… ti da un sapore nuovo e non ti interessa di niente altro…in tutto il vangelo Gesù ha sempre vissuto la condanna da parte dei benpensanti perché lo vedevano con gli ultimi, gli sbagliati, gli emarginati…e noi continuiamo a non capirlo e scegliere il carro dei vincitori, dei cattolici che si esibiscono, di chi cerca la visibilità, il merito, il consenso, i titoli o l’applauso…

Questa pagina è meravigliosa e mi commuove sempre perché penso a come debbano essersi sentiti… li seduti per terra…la madre e i famigliari fuori…e lui dice..chi è mia madre? chi i miei fratelli? ditemi, non sono una sberla sta frase? come devono essersi sentiti? quando un nostro famigliare con l’alzehimer non ci riconosce più non ci sentiamo morire? 

Gesù qui però non sta mancando loro di rispetto ma segnalando una differenza e un’opportunità.

E’ proprio perché ha in mente la famiglia, il suo valore prezioso e indispensabile, che vuole crearne una famiglia più grande…che vuole assicurarci di potervi partecipare solo facendo la volontà di Dio prima che su relazioni dovute, belle e necessarie.

E’ inclusione, non separazione, è possibilità se ci credi e scegli di vivere in un certo modo, ponendoti come orizzonte quotidiano quella volontà di Dio: termine per certi versi difficile, da un lato lo ripetiamo sempre nel Padre nostro e così ne perdiamo i contorni, l’essenza; dall’altro ci appare in termini moralistici magari con ansia da prestazione, tanto da cercarla in maniera ossessiva così da dimenticarci di amare…sarà la volontà di Dio, avrà voluto così..quando non sappiamo cosa dire tiriamo in ballo la volontà di Dio e ne facciamo un oggetto misterioso, strano, distante, ostile, complicato, mentre lui di sé ha detto solo di voler essere per noi come un padre che ama. Qual è la volontà di un padre che ama? 

1-che i figli si sentano amati, 2-lo riconoscano a fianco, soprattutto nella fatica, 3-diventino grandi, realizzati nell’amore, testimoni che essere suoi figli è la cosa più preziosa, tanto da fare da orizzonte, non sostituire.. anche ai rapporti famigliari. 

Allora carissimi, quella folla siamo noi, ciascuno di noi nella misura in cui si lascia raggiungere, amare. Senza meritarlo, solo…permettendogli di stupirti. Lasciamoci scalfire con onore da tale dichiarazione. Chiediamo a te Gesù di aiutarci ad andare all’essenziale della nostra fede, donaci la fame di te, della tua presenza che ristora, donaci di riconoscere in questo la volontà quel Dio che tu ci hai insegnato a chiamare papà.

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