Capolavoro da ascoltare https://www.youtube.com/watch?v=lB6a-iD6ZOY
Che significa: Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio? Buttata li alla fine di questa pagina un po’ enigmatica. Letteralmente “ogni carne”: carne è espressione più diretta, cruda, plastica, concreta. Forse tale parola ha spaventato i biblisti inducendoli a scegliere un più generico “uomo” che però sa di tutti quindi anche di nessuno! A me piace restare al testo letterale di Luca. Carne…? pensiamo al parlar comune…“Essere in carne, labbra carnose”.. dice abbondanza, pienezza, tutto quello che sei e siamo, quello per cui ci siamo spesi, i nostri desideri, quanto abbiamo realizzato e sperato, quel che ci dà gioia, soddisfazione, ci riempie di cose belle, sudate, per cui essere fieri e grati…tutto questo vedrà la salvezza, cioè si incontrerà col Signore Gesù, troverà in Lui finalmente compimento. Allora continuiamo ad impegnarci, a spenderci, ad amare e fare del bene, ad indignarci per la giustizia, vivere il sociale, cercare il bene comune, a vincere la pigrizia di un pensiero che ci disumanizza o la superficialità facile che rende tutto banale e relativo, continuiamo a credere e vivere cercando senso e sapore nel vangelo…tutto questo ci rende persone autentiche, umane, cristiane, belle..tutto questo vedrà la salvezza, cioè troverà pieno compimento nel Signore…come orientamento del nostro fare per… non siamo solo filantropi o generosi, siamo cristiani, ecco il nostro senso, il fine, la strada giusta che ci porta al posto definitivo in cielo, dove tutto sarà compiuto. Ci dà direzione e senso, facendoci tendere verso…avvento…
Oppure diciamo “La carne è debole”: siamo cioè tutti fragili, volubili, feriti e bisognosi di pace, riconoscimento e stima, assetati di fiducia, impauriti da tante cose: fallimento, morte, dolore dei nostri cari, frustrazioni, l’impotenza di fronte alla sofferenza che non riusciamo ad evitare o lenire…i nostri compromessi e doppifondi, i passati imbarazzanti o i vicoli ciechi dove cercavamo noi stessi, le dinamiche famigliari in cui siamo incastrati da sempre, le dipendenze affettive o peggio,… essere deboli oggi viene considerato un limite, bisogna essere scaltri, furbi e individualisti…non bisogna piangere o emozionarsi…no, è sbagliato! tutto questo è molto più di dire uomo..questa nostra vita, questa nostra carne, a volte spaventata, invecchiata, acciaccata, inutile e sola come si sente un anziano, indifesa e fragile come un bambino, tradita e insensata come si sente un ammalato: tutto questo vedrà la salvezza…di Dio. La carne ferita, ignorata, sola, oltraggiata, abusata, stuprata, derisa, bullizzata, abbandonata, offesa, emarginata, violentata… vedrà la salvezza di Dio. Quasi a dire, non finisce tutto qui. Ci sarà giustizia, pienezza e riscossa. Nel bene o nel male, la nostra vita, la nostra carne, ci piaccia o meno, incontrerà Qualcuno presso cui finalmente trovare senso, compimento, riposo, pace.
Forse la vorremmo subito questa salvezza, questo senso.
Ecco infatti che stiamo aspettando, in questo Avvento, la venuta di chi farà propria questa nostra carne, scegliendola da dentro, diventando uomo, carne, la parola si è fatta carne, diremo a natale…per renderla eterna. Di qualità.
Essere come noi gli permetterà di essere per noi e con noi.
Chiediamo al Signore di non aver paura della nostra fragilità, di saperla trasformare in preghiera e offerta, di essere fieri di tutto quanto ci dà pienezza e rende umani.
Offriamo la nostra carne alla sua salvezza per fare esperienza che questo Salvatore che sta per venire ha qualcosa di bello da annunciare e condividere a ciascuno di noi. Il Natale inizia così.