Oggi si è compiuta: a posto, ora ci penso io…
Valore performativo l’azione coincide con quel che stai dicendo…quando dici quello che stai facendo, la parola è in azione…
Non credete ai preti… Le faccio i miei complimenti
Ma cosa vuol dire? La logica con cui oggi viene vissuto e gestito il desiderio è sbagliata. Ognuno di noi desidera…ma siamo immersi in un contesto in cui il mercato e il marketing la fanno da padroni; far consumare per vendere e guadagnare è la cosa fondamentale. Interessiamo solo in quanto potenziali consumatori. Vogliono i nostri soldi. A qualsiasi costo. I bisogni vengono creati ad arte, indotti, con tecniche precise, la sirena del nuovo, dell’ultimo, del conveniente ci fa accaparrare di tutto, metter via, approfittare.
È però un desiderio figlio di un’impostazione capitalistica, che deve consumare sé stesso, creando una domanda che di fatto non c’è, un desiderio che strutturalmente non si accontenta mai e insegue, vivendo una continua ossessione e insoddisfazione profonda…e così il black friday, il natale e via coi saldi, frittelle e crostoli ancora prima dell’epifania e poi sanvalentino, la festa del papà, della donna, della mamma, pasqua e pasquetta… e saldi e black friday e via così…Cosi ci abituiamo a vivere in ansia e all’inseguimento dell’ennesima novità, sempre in colpa o in debito perché non siamo aggiornati ma quindi sempre insoddisfatti… perché questo desiderio capitalista…ci convince a vivere come se la salvezza, ecco il punto, fosse sempre un po’ più in là…da raggiungere, facendo quantità.. ottenendo..molto infantile, vuoi il gioco che ha il bambino al tuo fianco ma appena lo hai ottenuto lo snobbi e pensi subito ad avere altro…l’erba del vicino è sempre più verde, non ti basta mai e allora acquisti o cambi, esperienza, partner, amici, sport, passatempi, mode…all’inseguimento.
Gesù invece ci offre una salvezza diversa, che non è oltre il nostro orizzonte né da comperare ma da vivere qui e ora: tutto e subito, potremmo dire ed è vero. Che non sta nella quantità di cose con le quali anestetizzarsi, da idolatrare, ma nella qualità di una relazione, da vivere oggi. Il nostro desiderio più profondo è quello di essere riconosciuti in una relazione che ci fa vivere. Nel rapporto con Lui allora oggi siamo messi a nudo, ci aiuta a fare verità di noi, oggi ci aiuta a valutare l’ossessione di bisogni o l’erosione del desiderio..spasmodico…la Parola può illuminarci, dire la verità di noi, oggi smascherare paure, ricordare priorità, sostenere scelte e sforzi, cambiare prospettive.
ha offerto ingredienti, non ricette…la salvezza o è oggi o non lo sarà mai!
Gesù davanti a questa piccolissima comunità, durante quel momento di preghiera presenta il suo sogno di un mondo nuovo. E sono solo parole buone, di speranza per chi è disorientato, o è vittima, o non ce la fa più: sono venuto a incoraggiare, a portare buone notizie, a liberare, a ridare vista. Testo fondamentale e bellissimo, che non racconta più “come” Gesù è nato, ma “perché” è nato. Che ridà forza per lottare, coraggio per sperare, luce per procedere. Poveri, ciechi, oppressi, prigionieri, insoddisfatti e consumatori consumati: questi sono i nomi dell’uomo. Adamo è diventato così, per questo Dio diventa Adamo, dice molto bene Ronchi, ed il suo scopo non è quello di essere finalmente adorato e obbedito da questi figli distratti, meschini e splendidi che noi siamo. Dio non pone come fine della storia se stesso o i propri diritti, ma uomini e donne dal cuore libero e forte, un regno, cioè una società più giusta, equa, umana per tutti, in primis i poveri.
Ecco allora perché alzarsi in piedi, perché baciare questo libro, cantare alleluja, incensarlo illuminarlo, portarlo in processione dargli del tu… come la liturgia, fregandoci, ci fa fare…il prete dopo il vangelo dice “parola del Signore” e l’assemblea risponde…dando del tu..oggi, adesso a Gesù..lo lasciamo li?