“Non torno per cena, anzi…” Omelia del Battesimo del Signore. C-2019

 

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Chissà cosa è successo poi, proviamo ad immaginare: ad un certo punto Gesù, dopo aver fatto colazione, si è alzato e ha detto a Giuseppe che quel giorno non sarebbe andato al lavoro a far sedie e tavoli…e che nemmeno avrebbe rilevato l’attività al suo posto. Forse Beppe ci aveva anche sperato visto che questo figlio a 30 anni era ancora in casa. Di lui sappiamo finora così poco: la grotta, la visita dei Magi, domenica scorsa, l’evangelista Luca ce lo ripresenta 12 anni dopo, al tempio, dimenticato lì dai genitori, intento a discutere coi dottori della legge, perché, dirà a Maria, “dovevo occuparmi delle cose del Padre mio”; e lì lo lasciamo, continua il vangelo,”a crescere in età, sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini”; poi su di Lui scende un silenzio misterioso, bellissimo. Questo è l’unico fatto che i vangeli ci presentano di Gesù per 30 anni. Sparisce, immerso nell’anonimato, Lui, l’ Emmanuele, Dio con noi…si inzuppa nel quotidiano. Come un seme, sparito sotto terra per prepararsi ad esplodere di frutti e vita, un vino raro, invecchiato per anni in una cantina buia…

  Fino al mattino di cui stiamo parlando: si è alzato, ha salutato Giuseppe, ha baciato Maria dicendole che non sarebbe tornato per cena, anzi, probabilmente che non sarebbe più tornato a casa…o meglio…ora la sua casa, la sua famiglia sarebbero state la strada, la gente comune e la loro vita quotidiana, il suo lavoro annunciare il regno di un Dio Padre; è lui il primo a farsi pescatore di uomini.  Si incammina verso il fiume Giordano, lasciandoli sulla porta di casa, i genitori, trepidanti perché stava iniziando a compiersi quel che l’angelo Gabriele aveva detto a Maria nell’annunciazione…“Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; … il suo regno non avrà fine”. Come anche a Giuseppe “tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati“. PAUSA..

Vuole farsi battezzare: lo troviamo in fila coi peccatori, per ricevere dal Battista, questo rito di purificazione. Gesù ha voluto fare tutta la gavetta, non ha saltato la fila. Ha girato pagina, ora si comincia a fare sul serio, “per questo sono venuto, perché abbiano la vita e la vita in abbondanza” dirà il vangelo di Giovanni…non sono un medico per i sani ma sono venuto per i peccatori, dirà quello di Matteo e quindi comincia il suo ministero mettendosi loro accanto, allo stesso livello, senza nessuna eccezione.

  Questa pagina è importantissima perché è la prima cosa pubblica che Gesù decide di fare. Esce allo scoperto, dopo essere stato immerso nella storia di una famiglia, a Nazareth, 2/300 ab.; non aveva già capito tutto! Qui ha imparato a poco a poco a riconoscere la volontà del Padre per Lui. Me lo immagino fine osservatore nel leggere situazioni, sguardi e animi, attento nei rapporti, in ascolto empatico, fedele alle pratiche religiose della sinagoga il sabato eppure sempre più desideroso di cambiare… 

li, in questi misteriosi 30 anni, ha continuato ad incarnarsi, imparando cosa significhi essere umani, diventare uomo, figlio, fratello, amico,…ha compreso come salvare questa precisa umanità sempre un po’ allo sbando, come pecore senza pastore, ha imparato a riconoscere, nelle trame della vita, quella volontà di Dio, essere il messia, la Sua parola definitiva per il mondo. Nulla sarà più come prima.

Con questo battesimo, ha scelto un preciso inizio del suo ministero annunciandoci che quello è il pdv di Dio…guardando il mondo dal basso, dagli ultimi, i più poveri, gli emarginati, i derisi, i superflui, gli scartati dalle logiche umane, sociali, economiche…Dio parte da lì perché nessuno possa sentirsi escluso, indegno del suo amore.   Come F. De Andrè e le sue canzoni: lo stesso punto di vista, così Gesù: Bocca di rosa e la samaritana, i suicidi e i lebbrosi, i drogati e gli indemoniati, i carcerati e i farisei, gli emarginati e i pubblicani, Geordie e Zaccheo, la guerra di Piero e quella di Giuda, con sé stesso, e poi tutti gli scartati; perché nessuno si sentisse in più, diverso o dannato. Come ci poniamo, ad esempio, quando preghiamo o veniamo a messa? ci percepiamo davanti a Lui a partire dall’idea di essere o dover essere bravi o dal nostro bisogno di essere da Lui salvati?

Gesù vuole insegnarci a partire da noi stessi, senza dire subito se giusto o sbagliato ma in base al bisogno di amore, vita e verità che ciascuno porta nel cuore. Li nel nostro Giordano, nella concretezza dei nostri peccati, delle fragilità di cui ci vergogniamo, delle ferite che ci inchiodano al rancore, delle tiepide certezze con cui galleggiamo nella vita. Li viene a farsi battezzare, immergendosi al nostro fianco per portarvi luce e speranza. Troverà in ciascuno di noi, un crescente desiderio di abbandonarci …a questo suo sguardo d’amore? 

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