“Lo sapevo, capitano tutte a me, son sempre il solito sfortunato, vedi? ecco, è sempre così…Ah guarda, F. è fatto così, non ne combina mai una di buona, La Sig.ra M. pensa che prima o poi il suo matrimonio finirà. Quindi si comporta come se fosse già finito, e così lo fa effettivamente finire perché mette in atto una serie di comportamenti che portano alla lite e generano discordia al punto da mettere una reale fine allo stesso.”
“Profezia che si auto avvera!“: così viene definita in psicologia quella tendenza inconscia con cui una persona, ostinandosi a guardare a sé stesso o agli altri sempre dal proprio punto di vista, cerchi solo le conferme di quanto abbia già deciso di sé, dell’altro, della vita. Il bisogno di conferme di cose brutte che ti fa cadere esattamente in quello che vorresti evitare ma…un circolo vizioso dove non puoi che continuare a fallire, scegliendo il negativo, mettendoti senza volerlo nelle stesse condizioni.
Quante volte ci capita di vivere tale profezia, restando vittime di noi stessi. Questo non ci aiuta realmente a crescere né vivere liberi. Fortuna che non è quella a cui ci invita il vangelo.
Gesù ha gli occhi di tutti addosso: è esattamente dove lo abbiamo lasciato domenica scorsa, lo conoscono bene ma sanno che ha fatto qualcosa di strano, sta diventando famoso e saggio: dice di essere il Messia, salvatore, dice parole di grazia. Eppure come si spiega che da meravigliati, tentino di ucciderlo? qualcosa non va.
Nessun profeta è ben accetto in patria: perché? loro cercano segni e prove ma Lui vuol dire loro ben altro.
Ma prima di proseguire chiediamoci: Chi è il profeta? in greco significa chi parla a nome di..una sorta di testimonial della pubblicità? chi ci parla bene per convincerci di quel prodotto? Dai soldi che ci spendono significa che funziona. Eppure chiediamoci: quante volte abbiamo scelto quella pizzeria, quel film, quel fisioterapista o quel negozio proprio solo perché una persona ce ne aveva parlato così bene e con passione? Ci fidavamo, certo ma… è stata una testimonianza efficace, ci parlava come a nome di… pensiamo ormai all’abitudine di consultare tripadvisor prima di scegliere un hotel o un ristorante…
Nel battesimo ciascuno di noi è stato consacrato re, sacerdote e profeta, è la seconda unzione. Come 3 app che ci son state scaricate dentro, anche se non le conosciamo o usiamo.
Ciascuno di noi è chiamato ad essere profeta. Colui che parla a nome di.. di chi? di Dio, no? e cosa dire? ciò di cui abbiamo fatto esperienza. Altrimenti saremo al circo o in relazione con pacchetti di valori e tradizioni sterili, che non offrono nulla di utile alle nostre vite.
Come facciamo a dirci cristiani se non sappiamo raccontare nulla di Dio nella nostra vita? quella volta in cui mi son sentito accolto, l’esperienza di un perdono grande, la gioia dello stare assieme, la pagina di vangelo che mi ha decifrato e sostenuto, il consiglio di un prete che mi ha accompagnato, una messa in cui ho sentito il Signore davvero accanto, la gioia del servizio per gli altri vissuto nel suo nome… ecco perché vale la pena oggi essere e continuare ad essere cristiano…
questa è l’unica profezia che vorremmo potesse avverarsi, per ciascuno, per tutti…
Un giorno due vescovi si incontrano: uno vive in uno stato lontano dove i cristiani sono fortemente perseguitati. L’altro lo guarda affranto e gli chiede “come fate a vivere in un luogo dove siete così perseguitati?
L’altro lo ascolta, si fa pensieroso, aspetta, poi lo guarda e gli dice:
“io mi chiedo invece come facciate voi a vivere da cristiani senza essere perseguitati.”