Va Domenica t.o. C-2019

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Tempo lettura previsto: 5 minuti

In ascolto del Santo Vangelo secondo Luca 5, 1-11

Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Cosa significa oggi dire di sé che sei un “peccatore”: la riconciliazione è un sacramento culturalmente sempre più difficile e controcorrente. Ci si confessa poco, male, in maniera spesso automatica, scontata, con scarsissimo senso del peccato e tanto troppo moralismo. Si raccontano aneddoti, problemi relazionali con gli altri, fatiche ad accettare il proprio carattere…ma raramente dei peccati. Raramente la sensazione di essere al cospetto di Dio. Probabilmente dipende dal clero anche, ormai… certo.

Ma Pietro oggi ci insegna una cosa bella, bellissima: è una pagina molto nota, lo sappiamo tutti…. tutti ci siamo sentiti affaticati, nella notte…quando ci sembrava di essere in riserva di motivazioni e passione; tutti abbiamo provato a fidarci e riprendere il largo o abbiamo goduto della buona pesca. Ma vorrei fermarmi solo su Pietro, un dettaglio. Vede quanto pesce hanno raccolto, riconosce quindi che sto Gesù di cui tutti stanno iniziando a parlare e a partire da questo si getta ai suoi piedi, gesto plastico e potente e si riconosce peccatore. Guai a condannarsi da soli. È solo e sempre alla luce della Parola e del Suo amore che possiamo arrossire dei nostri peccati. È solo di fronte al Suo amore smisurato e gratuito che può nascere in noi, senza falsi moralismi, il desiderio di convertirci…quando avremo toccato il nostro fondo e vi ci saremo seduti comodi.

Altrimenti rischiamo di sentirci come dallo psicologo e riconoscere tutte le cose che in noi non vanno, gli sbagli, gli errori, ma non i peccati; quel su cui maturare non su cui convertirci..insomma rischieremo di farci del male, invece che sentire che Lui ci vuole attrarre a sé per convertirci nell’amore.

Non so se son riuscito a spiegarmi…ma mi pare una cosa profondamente diversa e molto, molto più umana e bella. Liberante…

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