Statuetta del buon pastore – Musei Vaticani
In ascolto del Santo Vangelo secondo Giovanni 10, 27-30
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Pochi versetti, quasi enigmatici, presi da un ben più ampio discorso ribattezzato dai biblisti come del “buon pastore”… A caldo mi verrebbe da gustare le seguenti cose…
Intanto tutto pare dire “relazione di elezione”… non sottomissione, alibi o vaghezze spirituali varie. Una voce da riconoscere e ascoltare (dove – come – quando?); un “seguire” concreto e incarnato, non un “fare delle cose per”…; una vita eterna da ricevere qui e ora (non in futuro dopo morti)..sul serio? la recriminiamo? ci interessa? Non andare perduti in eterno… passaggio audace: pensiamoci, vuol dire che il “perdersi” o il sentirsi “perduti” è quantomeno contemplato, accolto, fa parte del cammino; nessuno ci strapperà da questa relazione…efficace, non trovate? “Me le ha date”… Siamo “proprietà” di un Dio che ha i nostri mani sulle palme delle mani… ci sentiamo al sicuro di questo pastore? Sono una cosa sola… guardo Gesù e la sua vita e contemplo Dio.
Insomma ce ne da leccarsi i baffi, per dire… su quale passaggio sceglieremmo di sostare qualche istante? magari me lo annoto in un post.it da appendere al monitor del pc, me ne faccio un promemoria che mi sorprenda ogni tanto dal cellulare ricordandomi che…
Buona settimana di sole, pecorone e pecoroni…