Mi stanno castrando… Omelia Domenica IIIa di Pasqua

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Come va con la Pasqua? Oggi è la terza domenica: che ne è stato delle Nostre quaresime devote, lavanda dei piedi, processioni, via crucis, cori e fiori, veglie e messe? A cosa è servito baciare il crocifisso? Questa ennesima Pasqua ha lasciato qualcosa di acceso, in noi? un desiderio, una consapevolezza diversa, un cammino di liberazione da compiere?

Abbiamo il coraggio di farci queste domande?

Mi piacerebbe avesse acceso un “diritto” da recriminare davanti al Signore: “Gesù, aiutami a risorgere, cioè a tornare a vivere in questo aspetto della mia vita in cui mi sento spento o freddo, mi sono arreso, chiuso o aggrovigliato. In quel mio sepolcro di rabbia, sconforto, fallimento e orgoglio in cui non ti voglio proprio far entrare. In quella “comfort zone” di tradizioni superficiali, riti vuoti, prestazioni sociali, religiosità a buon mercato che mi consolano e gratificano ma in cui siamo tutti soli o contro tutti, magari gruppo contro gruppo, a fare ciascuno le proprie cose per la parrocchia?

  Come va allora con la Pasqua? 3a terza domenica: siamo a metà strada verso il dono dello Spirito nella Pentecoste. C’e tempo! 

In questi giorni circa 80 delle nostre figlie e figli ricevono la cresima, scelgono di confermare la loro vita cristiana: che comunità li attendono? troveranno in noi adulti dei testimoni? di che? degli allenatori? incontreranno… creduloni o credibili?

  Forse come i discepoli, un po’ spenti e rassegnati, dopo Pasqua anche molti di noi hanno biascicato un “io vado a pescare” come Pietro, quasi a dire: abbiamo fatto quel che bisognava fare, non è accaduto nulla, anche Gesù Cristo è sistemato, ricominciamo da dove eravamo rimasti, torniamo a fare le solite cose. Allora c’è da augurarsi che le reti restino vuote e che il Signore trovi in noi cuori disposti ad ascoltarlo, perché solo Lui conosce la parte migliore dove andare a gettare le nostre reti e ci incoraggia a farlo. Vivere la risurrezione significa recriminare questo diritto: ne abbiamo bisogno. Significa sentire che la luce di Cristo e del suo vangelo vuole aiutarci a guardare in modo diverso alcune nostre croci, portarvi speranza, accoglienza, sollievo, alternative.

Siamo chiamati a difenderci da tutto quello che ci allontana dalla potenza della risurrezione. Non a fare “cose religiose” ma a cercare di vivere lo stile di Gesù, avere il più possibile i suoi sentimenti e atteggiamenti, fare nostre alcune sue scelte concrete che sentiamo nel vangelo e tutto questo perché percepiamo che vivendo così la nostra vita è diversa, siamo più completi, riusciamo ad essere pienamente umani!

 La vita del cristiano che crede davvero nella risurrezione è provocata a compiere il bene, alla solidarietà, alla giustizia sociale, all’educazione civile, alla cittadinanza attiva, al perdono e alla tolleranza, allo stare nell’attuale complessità con pazienza e cercando di educare al bene comune futuro, non a slogan facili e strumentalizzati. Credo sia importante comprendere quanto sta accadendo. Se davvero siamo chiamati dal vangelo a questo stile di vita per essere realmente cristiani risorti, siamo anche chiamati ad accorgerci che tante decisioni politiche oggi sono esattamente contrarie a questo, ci vogliono impedire di costruire il bene, vivere la solidarietà, il coltivare e combattere per certi valori.

E’ in atto senza che ce ne accorgiamo, una sorta di lotta alle reti di solidarietà, all’impresa sociale, al terzo settore fatta di precise scelte politiche e amministrative da parte del nostro governo, contro chi cerca il bene comune. E questo screditando, generalizzando, strumentalizzando a dovere le informazioni …per denigrare iniziative della caritas nazionale, dimenticare promesse a favore di carcerati, famiglie numerose, ai redditi di cittadinanza realmente ai più poveri e non ai senza dimora, comunità famigliari per minori boicottate, tagli alle misure alternative al carcere e tanto tanto altro, tutto documentato anche da Avvenire e da diversi giornalisti ed economisti del settore.

Capite? questo impedisce oggi la risurrezione e la crescita del regno di Dio…È in atto una strategia di centralizzazione delle misure di aiuto sociale, e le iniziative del Terzo settore sono trattate come una sorta di concorrenza sleale, con sospetto e chiusura. Ci impedisce di essere umani, responsabili, socialmente protagonisti e solidali, favorendo una centralizzazione indebita fatta più di presunta sicurezza che di libertà vera…Facciamo noi a modo nostro, voi non preoccupatevi: pare questa l’idea sottostante o meglio, l’ideologia sottostante..ed in cambio di cosa? a prezzo di cosa? di restare tutti più sicuri, armati, chiusi e soprattutto molto molto meno liberi e solidali, cioè umani e cittadini.

E’ una cosa gravissima quella che sta accadendo attorno a noi: senza ce ne accorgiamo ci stanno castrando la testa e il cuore, anche senza chimica ma a furia di slogan ad effetto pancia. Forse ci stanno già castrando…letteralmente, nella possibilità di essere generativi e dare-condividere-offrire la vita.

Come cristiani, come chiesa, come cittadini, come risorti siamo chiamati a prendere coscienza di quanto accade attorno e dentro ciascuno di noi, per non restare in balia degli eventi o ritrovarci sfiniti e indifferenti riguardo ai nostri diritti e doveri di cittadini e cristiani.

Chiediamo al Signore che smuova nelle nostre coscienze, la forza al bene, illumini le nostre intelligenze a nuove consapevolezze, ci aiuti a scegliere davvero come vivere con responsabilità questo tempo di Pasqua, nella risurrezione di una vita, solidale e umana, che non deve esser lasciata morire. Ne va della nostra fede e della nostra speranza della nostra credibilità!

Un pensiero su “Mi stanno castrando… Omelia Domenica IIIa di Pasqua

  1. Luisa

    Ciao don Matteo, era da molto che non leggevo le tue omelie, ma oggi qualcosa mi sussurrava di farlo…. ho letto nero su bianco quelle che sono anche le mie domande e oneste riflessioni sulla Pasqua e sulla vita, quindi ti ringrazio della condivisione e dello spirito di vera amicizia che sento e spero si concretizzi anche nei cuori di tutte le persone della nostra comunità.

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