Salvàti da noi stessi… Omelia XXIa T.O. 2019

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“per noi uomini e la nostra salvezza”diciamo nel Credo, discese dal cielo, si è fatto uomo…

si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore, GC!”

“tu ci hai redenti con la tua croce, salvaci salvatore del mondo..”

“dì soltanto una parola ed io sarò..salvato”..

Sono davvero tanti i riferimenti alla salvezza, al salvatore che diciamo e ascoltiamo nella liturgia.

Credo faccia bene però chiedersi: ma che è sta salvezza? da cosa dovremmo essere salvati? mica siamo sul barcone in mezzo al mare. Come fa Gesù a essere nostro salvatore?  Purtroppo facciamo esperienza che si possa continuare a dirsi cristiani oggi, anche senza tale consapevolezza. Resta una parola vuota. E soprattutto sentiamo che non ci interessa poi molto.

Ci aiuti la domanda che quel tale fa a Gesù: sono pochi quelli che si salvano? Cioè…insomma, c’ho speranze? continuo a fare il bravo o è già tutto deciso? c’è posto? se no tanto vale vivere come viene. Capite che la salvezza riguarda la qualità della nostra vita cristiana e come ci poniamo così di fronte a Dio:

con diritti, siccome son così allora tu Dio mi devi, non ti azzardare a…

meriti, vedi come sono bravo, eh? sempre disponibile e impegnato

recriminazioni, siccome io ho faccio mi aspetto caro dio che tu a me…, non permetta che…mi dia…

paure,io vivo e mi comporto così e tu non mi castighi…

  Ed è quello che racconta Gesù approfondendo il discorso con quella immagine che è una vera e propria sberla. Domenica scorsa ci ha detto di essere venuto a portare il fuoco e la divisione; oggi pare volerci mettere in guardia da un atteggiamento di eccessiva confidenza nei confronti di Dio. Una porta che si chiude e un’esclusione clamorosa:“non so di dove siete”cioè non vi conosco, andate via, chi credete di essere?

Ed è duro leggere la reazione umana, nostra con i quali si giustificano, quasi a volergli ricordare alcune loro prestazioni religiose…insomma..siamo noi, quelli, dicono, che hanno mangiato e bevuto in tua presenza, tu hai insegnato nelle nostre piazze…cioè noi siamo sempre qua, signore, in parrocchia, ti conosciamo, siamo in confidenza e ci tratti così? ma come ti permetti, chi credi di essere? facci entrare, noi siamo cattolici! e non vogliamo ci passi davanti nessuno, altroché prostitute e pubblicani. Siamo noi al limite i salvatori, non tu! con tutto quello che facciamo per te, per la parrocchia, la ciesa e el prete, siamo sempre disponibili e indaffarati.. e ci lasci fuori? fai entrare altri?

E lui spiega che quelli che lo ascoltano sono solo “operatori di ingiustizia”..

La questione è: come ci mettiamo oggi davanti a questo volto di Gesù? facciamo finta di niente e continuiamo a dirci cristiani a modo nostro e come ci fa comodo? E’ una questione davvero centrale. Dica quello che vuole Gesù, non mi interessa cosa è scritto nel vangelo o dice il prete, tanto io sono cristiano lo stesso, vado a messa, dico le preghiere, bacio il crocifisso e sbatto sul muso di continuo a tutti che io si che son cristiano e io si che salvo la chiesa e le sue tradizioni oggi… faccio tanto del ben par tutti quando c’è bisogno.

E così… non ci lasciamo salvare e soprattutto non ci interessa. Meglio arrangiarci a gestire da noi quella che riteniamo essere la nostra fede.

Essere cristiani per noi significa fare per gli altri, fare quel che vogliamo secondo noi di religioso o social, non lasciare che sia innanzitutto Lui a salvarci.  Non serve invocare il cuore immacolato di maria o altre baggianate per far abboccare i devoti di una religiosità civile…il rischio oggi non è essere “non credenti” ma creduloni…e la rogna è che i creduloni vanno perfino a votare!

Allora è bello questo volto per niente scontato di Cristo: ci mette un po’ spalle al muro e aiuta a fare verità di noi e delle nostre motivazioni, è tremendamente scomodo e invadente mentre cerca di scuotere le nostre coscienze e metterci un po’ a nudo. Già questo è salvezza. Permettere al vangelo di salvarci da noi stessi, da quanto ci sentiamo automaticamente e doverosamente già cristiani, a posto, …sia come singoli sia come comunità cristiana, parrocchia, mai come oggi bisognosa di rientrassi su quello che dà veramente senso e direzione all’essere chiesa, in missione per il vangelo. Offriamo tale disponibilità al Signore e lasciamoci salvare dalle sue parole di verità e luce: solo questa per noi è vera salvezza.

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