Domenica VIIa t.o. A-2020

 

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Tempo lettura previsto: 5 minuti

In ascolto del Santo Vangelo secondo Matteo 5, 38-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Eccone un’altra dose… avete già digerito quella della settimana scorsa? Sono i versetti successivi, nei quali Gesù sta continuando a raccontare ai discepoli e a coloro che sono accorsi per ascoltarlo alcune pratiche “applicazioni” su cosa significhi essere cristiano. Come vedete non c’è quasi nulla di religioso o specifico ma si tratta di un’altra qualità di vita e in particolare di relazioni e dinamiche affettive con sé e gli altri. Tutto qua? a me basta e avanza. Credo sia comunque importantissimo sempre, una volta rialzato il naso dal vangelo o dal display mentre leggo, farsi una domanda fondamentale: ma perché dovrei comportarmi così? Non per dubitare della fede ma per contestualizzarsi in maniera pertinente sul perché aderire o meno ad una proposta di vita prima che di fede.

Mi comporterò così per dovere? convenienza, abitudine? Lo farò come uno sforzo o come una risposta? cercherò di viverlo sbuffando mentre mi alzo le maniche e voglio dimostrarmi che sono bravo e pio o come una risposta umana gonfia di desiderio fragile, volubile, ferito ma che guarda avanti o meglio oltre.

Sceglierò di provare almeno a desiderare di vivere (giorno per giorno, mica tutto e subito) in questo modo non nonostante ma attraverso la mia povera umanità? Cercherò così di manifestare la Sua vita in me o solo me stesso?

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