
Tempo di lettura previsto: 2′
Dal Vangelo secondo Matteo 11, 25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Ma tu quando preghi a chi ti rivolgi? Gesù? Dio? il Padre, il Signore (e chi è sto Signore, Dio o Gesù?), lo Spirito Santo, la Trinità? la Madonna perché “è una mamma e mi capisce”, i diversi Santi.., gli angeli custodi, il nonno in cielo…. Che casino: con sto caldo poi, magari sono andati in ferie. Questa pagina di Matteo è meravigliosa, è una di quelle che, come ho già avuto modo di dire e scrivere, di origliare…all’estrema e massima confidenza con cui Gesù prega, si rivolge….chiacchiera con Suo Padre e gli racconta come va e che sta combinando. Ci ricorda che Lui ci aiuterà a fare esperienza di Dio come di un Padre. Altrimenti saremo fuori strada, pur pregando in maniera narcotica o furibonda, stordendoci di pateravegloria e tanto altro. Abbiamo mai pregato Gesù che ci rivelasse il Padre? Lui che lo conosce…. è come se gli dicessimo…aiutaci, insegnaci ad essere figli nel tuo nome. Questo ci darà ristoro e non avremo bisogno poi di tante altre pratiche, devozioni, storie e punti di vista, libereremo un po’ il cielo dal traffico mettendovi ordine … Quando preghiamo ci sentiamo “ristorati” (come poter trovare ombra, fresco, una grattachecca ghiacciata, una sedia comoda, un volto amico…) perché se non ci sentiamo con questa confidenza che ristora…qualcosa non va. Il battesimo ci ha già installato dentro la presenza del Risorto… attraverso lo Spirito Santo siamo chiamati a parlare con la parte più intima di noi dove vive Lui. Noi viviamo attraverso questa presenza, nella Trinità, siamo come la quarta persona della Trinità… lo colse anche Dante nel Paradiso, alla fine..(XXXIII)…. quasi a dire che noi capiamo noi stessi solo riflettendoci in Loro. Questa prospettiva ci dia ristoro. Gesù ha appena detto che per essere cristiani davvero non serve essere o meno intelligenti ma farsi piccoli.