Dio non si lava mai le mani… Omelia Domenica XIVa t.o. C

I vostri nomi sono scritti nei cieli

I vostri nomi… immagine efficace, bella, che speriamo si fissi in mente e soprattutto nei nostri cuori… ma perché? 

>>Riguarda il modo in cui io mi metto e sto davanti al Padre…

1) Significa che non siamo numeri, anonimi, dimenticati o ignorati (ammettili alla luce del tuo volto) (Isaia..Dio ha i vostri nomi sulle palme delle mani) il padre chiama ciascuno per nome, ci conosce, nome è identità, storia, vicende, esperienze, gioie e dolori, tutto.

Nel vangelo di Gv, Gesù dice che c’è un posto per ciascuno di noi.

Non significa…allora che non mi verrà il tumore, nemmeno che mi passerà, che sarò automaticamente felice né che sarò in pace, che non farò incidenti, che avrò o meno figli, che andrà tutto bene. No. Ma che Lui non è indifferente a tutto quello che sto vivendo, ma gli interessa, non sono solo di fronte alla realtà più dura e posso perfino prendermela con Lui, vuole accompagnarmi ad accoglierla, attraversarla e viverla. Dargli un significato, di gratitudine o speranza, alla luce del vangelo, buona notizia.

Significa che prima di metterci a fare la filastrocca delle preghierine o seduti qui aspettando la messa, prima di addormentarci o iniziare una giornata posso pensarlo, ricordarlo, prendere consapevolezza di ciò e ringraziarlo, guardare alla mia giornata da li…io sono in te, nella Trinità, ricordate?

>>Riguarda anche il modo in cui non solo io ma tutti gli altri sono davanti al Padre…I nomi nostri, senza differenze: le cose si complicano: tutti sono preziosi, amati e amabili, ai suoi occhi; i nomi dei 50 cristiani uccisi a messa in Nigeria, dei 40 immigrati morti in un camion di caldo in America, i nomi dei morti sul lavoro, dall’imprenditore suicida allo sfruttato nei nostri campi veneti, per risparmiare, delle donne uccise per gelosia o ripicca, i nomi del Papa, dei vescovi, dei morti di fame in Somalia, dei non credenti ma anche i nomi delle persone di cui ci lamentiamo, di cui sparliamo o con cui siamo sempre e solo in competizione perché ci fanno ombra; i nomi.. dei pedofili, dei criminali, degli assassini, di Putin, di chi persegue disonestà e male; significa che nulla di quel che siamo stati, abbiamo fatto, faremo… può far girare lo sguardo di Dio all’altra parte, che Dio non ha la gomma da cancellare per eliminare chi non meriti più di stare tra le sue mani. Pilato, non Dio si lava le mani. Qualsiasi cosa facciamo. E questo non è facile da pensare e nemmeno da dire ma va ribadito perché dà speranza a ciascuno e provoca tutti a comprendere che Dio non è come lo vogliamo noi,  ma come ne avremmo bisogno; non ha il buon senso umano che diamo per scontato ma è oltre.

Rallegrarci di questo…

Non perché siete preti o suore, sempre a messa o impegnati in parrocchia, ma perché il nostro nome è in Dio, abbiamo fatto esperienza di questa relazione E ci dà gioia.

Vanno bene, tutte queste cose…ma devono prima o poi aprire e far percepire questa esperienza di fede, altrimenti lasciamole fare agli alpini, all’avis, alla proloco… Vanno bene ma non sono indispensabili. Non vanno bene se per viverle mi dimentico di essere figlio di Dio, e che il mio nome è in Lui, cioè vivo un’esperienza di me attraverso di Lui, nella preghiera, nel perdono accolto consapevolmente per i miei peccati, nella buona notizia di un vangelo che posso vivere nelle relazioni, nel vivere da salvato non da salvatore, e questo mi dà gioia e pace, nella fede, non soddisfazione e riconoscimento…

Concludendo.. questo vangelo viene spesso citato nel doveroso impegno a pregare il padrone dell’abbondante messe perché mandi operai… cioè (?) preti (bo?) ..ma mi chiedo se forse la prima testimonianza oggi non sia quella di avere un prete ma di avere una comunità di laici che recrimini sul poter vivere quanto abbiamo detto, testimoniando quella gioia e quella pace che nasce dal rallegrarsi perché il proprio nome è nei cieli, non perché hanno un parroco che permetterà loro di avere una serie di iniziative religiose..cui forse delegare appartenenze e cammini… va be…credo che una comunità così appassionata e felice i preti li vedrebbe nascere volentieri al suo interno…

Chiediamo a Gesù di sostenerci nell’accogliere questa prospettivia, con la grazia di vivere e assaporare questa gioia, che ci faccia rallegrare di poter vivere da figli di un padre che ci ha già reso fratelli e sorelle nel suo nome

2 pensieri su “Dio non si lava mai le mani… Omelia Domenica XIVa t.o. C

  1. Se non ci fossero stati i miracoli, potremmo pensare che Dio non possa o non voglia intervenire nelle tragedie degli umani. Ma se Lui è buono, infinitamente buono, non può non voler intervenire. Allora? Ci sono sofferenze nel mondo che non può ignorare… Non basta pensare che gli interessa ciò che succede ai suoi figli, né si riesce a capire come possa aver sacrificato la vita di Suo Figlio per noi. Chi ha provato il dolore fisico e morale di intensità estrema non se ne capacita.
    Forse è meglio pensare al mistero e non cercare spiegazioni che non convincono.

  2. Maria G.

    Dio deve avere mani infinite per farci stare tutti i nostri nomi, ma preferisco pensare che. li sappia tutti a memoria….! E che sia pronto ad intervenire quando qualcuno abbia bisogno del suo aiuto. E che questo qualcuno lo percepisca e si affidi quindi a Lui senza paura.
    Cosa che non sempre accade.
    .

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