Hanno chiesto al Dalai Lama
“Che cosa L’ha sorpresa di più dell’Umanità?”
E Lui ha risposto:
“Gli Uomini.. perché perdono la salute per fare soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute.
Perché pensano tanto ansiosamente al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente né il futuro.
Perché vivono come se non dovessero morire mai e perché muoiono come se non avessero vissuto mai.”
Lettura dal Vangelo secondo Luca 12, 13-2
Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Due fratelli non riescono a mettersi d’accordo. Questione di “schei” (cfr. soldi, per i non veneti..).
Speriamo al limite che il genitore mancato.. lo fosse da tanto tempo.
Quanto è triste, tante volte, percepire che quello è il primo vero interesse.. di fronte al lutto di un famigliare.. e come avvoltoi già ci si chiede “quanto..”
Curioso notare come l’eredità, cioè qualcosa che va diviso.. in realtà sia essa stessa a dividere!
La sottile bramosia di denaro che si fa calcolo, previsione, desiderio.
Quanto è rassicurante. Già ci sentiamo meglio. Più sicuri di noi, delle nostre possibilità, del futuro. Può succedere che.. ma io intanto mi son prevenuto.
Abbiamo letto tutti con molta attenzione, da piccoli, la storia della cicala e della formica.
Gesù non se la prende certo coi doni, coi beni, con la ricchezza.
L’ideale cristiano mica è una vita miserabile.
La ricchezza non è un male, Gesù mai l’ha condannata.
Ha solo e sempre messo in guardia dall’effetto che essa può produrre nei cuori.
L’ideale cristiano.. non è essere poveri ma LIBERI..
Avere un cuore libero.. che usa dei beni, delle ricchezze, delle proprie conquiste.. con libertà.
Accumulare “per sè”.. non serve.
A poco a poco se ne diventa schiavi, come Paperon de Paperoni.
Si gioca qui un approccio alla realtà e alla vita:
passare da uno sguardo che sia di possesso, accumulo, consumo, diritto.. di proprietà egoistica e miope.. ad una percezione di opportunità.. per me, per noi..
La terra, le sue risorse, il lavoro.. come miniere da spremere per accumulare per me.. A delle opportunità, delle responsabilità che mi sono date da Dio per fare del mio meglio per me e per gli altri, per lasciare il mondo meglio di come l’abbiamo trovato (sir B.Powell).
Allora qui ne va del modo di lavorare, di vivere, di usare dei beni. Io li uso.. perchè son miei e me li sono conquistati.. o sono loro a usare me?
Dio ci ha creati per collaborare con Lui alla creazione. Attraverso il nostro lavoro, fatto “cristianamente” noi lo possiamo fare.
Sentire la responsabilità di essere suoi strumenti. Possiamo col nostro lavoro e il nostro stile di vita custodire e migliorare il Creato, il mondo, la società nel suo nome.
Responsabilità, dono, opportunità.. non miniere..
Del doman non ve’ certezza..
Dai MIEI diritti.. alle NOSTRE opportunità..
Da una vita come mia.. tutta mia in cui vivo come se Dio o la morte non esistessero e ciecamente accumulo, corro, accaparro, mi riempio senza saperne ormai nemmeno perchè..
ad una vita percepita come un dono, una opportunità che mi viene offerta per “esserci” in un certo modo, per un certo scopo, con un certo stile, per un determinato fine..
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