Bè.. finchè é nuora contro suocera o viceversa.. non c’è di che stupirsi.. fin da allora facevano fatica. Ma non ne vuole essere una giustificazione, anzi! Quasi a dire “tanto é scritto anche nel Vangelo, quindi.. ”
La precisione con cui Gesù insiste nel finale è micidiale. Sembra davvero non voler lasciare fuori nessuna relazione e rapporto.
Insiste, pignolo, nell’elencare.. e quasi in modo sadico prende ad esempio del suo dire proprio la famiglia, a far stridere ancora più fortemente quella divisione stessa.
E’ un tratto del suo volto strano: necessita maggior attenzione e riflessione. Non sta certo mettendo a soqquadro l’antico testamento, la tradizione, l’onora il padre e la madre o l’ama il prossimo tuo come te stesso.. o il più semplice buon senso.
Eppure in questa “iperbole parentale”.. un segno c’è. La divisione come garanzia di verità e scelta.
E’ così amaramente ironico.. pensate sia venuto a portare la pace? Sembra rivolgersi così a quanti continuano a considerare il cristianesimo come un narcotico, una fede addormentata, qualcosa che..basta esser buoni, volersi bene, andare tutti d’accordo e mangiare in compagnia…o fare un po’ di bene.. andare a messa quando mi sento.. fare i bravi non facendo del male a nessuno..
Sono venuto a portare il fuoco: che brucia, purifica, consuma, spoglia, mette a nudo. E’ un dritto Gesù.. non ce le manda a dire.
Se la prende contro chi vorrebbe addomesticare il suo messaggio:
Penso a quando questo che si fa annuncio attraverso la chiesa, venga sminuito.. ma ormai fanno tutti così, che male c’è, ci son problemi più grandi, non faccio niente a nessuno.. son problemi miei, faccio come mi pare.. ci giustifichiamo, troviamo degli alibi, ci lasciamo come andare a un rigurgito continuo di indifferenza e non ascolto.. mettendo pregiudizi e scuse in primo piano. Non ci interessa.. a noi basta fare e pensare a quello che ci fa comodo. Innalziamo il compromesso a regola, a scudo, a modello di buon senso.
Penso comunque a quanti tra di noi, voi, ogni giorno vivono e patiscono tale divisione. Al lavoro, a scuola: come é difficile dirsi cristiani.. dire che vai a messa, che ti sposi in chiesa, che frequenti il corso o qualche associazione.. o magari anche lavorare in modo etico, sostenibile.. senza approfittarsene, fare i furbi.. ecc.
Oggi Gesù ci ricorda che o il vangelo per noi é anche un po’ scomodo o qualcosa non va.
Sento particolarmente vera e cruda anche io questa pagina. Penso a tanti dialoghi sentiti o avuti, a confronti con le persone.. che poi tanto confronti non sono perchè alla lunga si fa fatica a mettersi in discussione.
Spesso siamo avvolti da una mentalità che relativizza tutto e trova sempre il modo per giustificare e concedere. Appena annunci qualcosa di grande bello o nobile.. vieni tacciato di.. si, però.. affiorano paure profonde, dubbi, incertezze.. mascherate da buon senso o senso comune..
Si cerca di ridurre la fede cristiana a devozione, sganciandola da una minima morale. Un vuoto ambito privato ma inutile.
Questo fuoco vuole smascherare i mille travestimenti con cui ancora continuiamo a voler imbrogliare le coscienze dicendo che tra bene e male dipende, che tra legale e illegale , maschio e femmina, giusto o sbagliano.. insomma é tutto lo stesso, che tra la giustizia e il vittimismo bisogna salvarsi a tutti i costi, che basti chiedere una grazia, che la chiesa é ancora indietro in un sacco di cose, che con un buon avvocato o una mazzetta si sistemi tutto, che siccome il progresso non si può fermare allora l’ambiente, l’embrione, la persona, gli indifesi, i diritti dei lavoratori, la sicurezza e la saluta.. vengono dopo! Si, dopo dei soldi guadagnati alle spalle di chi non può opporsia certe scaltre politiche.
La divisione di cui parla Gesù indica che il Vangelo e la sua scelta fendono senza pietà ne problema, le coscienze e i rapporti anche di sangue.
A dire che la prima fedeltà a cui siamo tenuti è quella alla nostra coscienza e a Dio stesso che ci ispira in essa. Ecco la nostra fede.
Quella divisione non è cercata ne voluta da Gesù o dal Vangelo per sè stessa. Emerge come effetto collaterale, da non sottovalutare ne dimenticare.
Dietro quella divisione, che è conseguenza, effetto e garanzia di autentica libertà di coscienza.. c’è in trasparenza il volto di quel Gesù stesso che ci sta garantendo che è presente e vivo.. solidale con il nostro bisogno di autonomia e indipendenza. A garantirci la nostra libertà. A smascherare paure, pigrizie e connivenze.
Sono venuto a portare il fuoco, l’alta temperatura morale in cui avvengono le vere trasformazioni del cuore e della storia. E come vorrei che divampasse! Stare vicino a Lui è stare vicino al fuoco.
Al tempo di Gesù in nome della religione si condannava, escludeva, abbandonava. Le donne e i bambini erano senza diritti; gli schiavi in balia dei padroni; i lebbrosi, i ciechi, i poveri trattati con disprezzo. E Lui si mette dalla loro parte, li chiama al suo banchetto, fa di un bambino il modello e dei poveri i principi del suo Regno, invia le donne ad annunciare la Pasqua, ci insegna a mettere al centro il valore della persona, distinguendo peccato da peccatore, ci provoca ad imparare a perdonare, a dare del Tu a Dio, a viverlo come padre, ad amare i nostri nemici, ci ricorda che abbiamo il potere di fare andare le cose davvero in modo diverso se lo vogliamo.
La fede è abbracciare il suo progetto di vita, convinti che un altro mondo è possibile; non tanto mettere in pace la coscienza, ma risvegliarla! E la pace di chi si dona, di chi ama, di chi non si attacca al denaro, di chi non vuole dominare né vendicarsi diventa precisamente la spada, cioè l’urto inevitabile con chi pensa che vivere è dominare, arricchire, chiudersi.
Chiediamo al Signore Gesù che scaldi i nostri cuori e illumini le nostre coscienze indicandoci nella verità del suo vangelo, il nostro autentico bene; ci renda suoi fratelli nell’accendere, li dove e come viviamo, fuochi di coraggio, di fiducia e illuminarci con l’audacia della sua speranza. Confidiamo in lui.