XXIIa T.O. – Anno C

“C’è chi onora il posto che occupa, e chi invece ne è onorato.”
(Baltasar Gracián y Morales, Oracolo manuale e arte della prudenza, 1647)

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Lettura dal Vangelo secondo Luca 14,1.7-14
n sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.(…)Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Certo che fosse una bella rogna invitare a pranzo Gesù..non c’è occasione che non “rovini”.. mandando il boccone di traverso a più di un padrone di casa.. (Zaccheo a parte, ovviamente!).
Siamo al capitolo 14 e Luca per la terza volta ci presenta un Gesù a tavola coi peggiori.. farisei, peccatori pubblici, prostitute, pubblicani.. passa il tempo con loro, senza condannare, escludere, sentirsi superiore o stigmatizzare.. ecco un tratto del suo volto accogliente, mite, sereno, tranquillo, che sa stare a proprio agio con tutti.. con tutte le persone prima che con le loro professioni o perversioni.. figurarsi con le nostre “fisime” spirituali, liturgico, familiari, esistenziali..
E poi questo discorso sui posti: sembrano dei dettagli meravigliosi. Non stiamo parlando di norme di galateo o di “creanza”; ci sta come portando a un’attenzione concreta e pratica verso uno dei vertici della sua mitezza, discrezione e attenzione.
Primi posti.. cioè visibilità, incarichi, ruoli, titoli..
Penso al clamore suscitato da Papa Francesco per le telefonate ed il “tu”..
Penso alla tristezza che alcuni (pochi per fortuna) parrocchiani mi hanno trasmesso perchè finalmente arriva un monsignore come parroco, e potranno chiamarlo così.. sentendosi fieri di appartenere a una città o parrocchia affidata a un monsignore.. (per il mon.. sono già a posto, in duomo, lo conoscete bene.. ) mancava il signore.. penso alla grettezza intellettuale e pastorale spesso presente ad avvelenare le nostre comunità parrocchiali (esponendoci implacabilmente al ridicolo tra la gente comune e normale) di piccoli gruppi di tradizionalisti volenterosi, che bramano l’essere riconosciuti, lodati, ringraziati pubblicamente, riconosciuti come indispensabili, paladini della fede, del servizio, dell’altruismo, dell'”abbiamo sempre fatto così, noi!”.. quanto siamo ridicoli quando ci lasciamo andare e siamo come divorati dall’ambizione.. e ci mettiamo a mendicare in mille modi un po’ di.. “ci sono anche IO”.. guardatemi!!
Gesù invece è di una raffinatezza, di una nobiltà, di una apertura mentale e sapienzale.. infinita.. un vero signore, direi.. ma non in termini teologici in questa occasione.. Ci chiede di aprirci ad un nuovo orizzonte, a un modo diverso di concepire sè stessi e gli altri.. un modo così grande e rivoluzionario che ha come misura il cuore del Padre.. a cui attingere.. anche solo come ispirazione.. Ma perchè i primi posti no e gli ultimi si? Per modestia? Per umiltà? Per poca autostima? Per imbarazzo? No.. per amore. Si, credo che sia solo per questo. Amore, non è quando mettiamo l’altro al centro e prima?
Gesù ci dona queste due perle nel Vangelo per ricordarci come cristiani che l’amore non è guardarsi negli occhi, ma atteggiamenti concreti e pratici con cui mettere al centro l’altro.
Niente di più trasgressivo oggi in una società dove respiriamo le barricate e l’individualismo.. il culto dei propri diritti..
Saper scegliere il bene dell’altro.. anche perchè probabilmente nei primi posti il cibo arrivava prima, più abbondante..
Capovolgimento totale di valori.. non pensare sempre e solo a te stesso.. o prima a te (e ai tuoi.. famiglia, amici, parentado) vivi sbilanciato avendo attenzioni attorno a te.
Cosa ci vuol dire Gesù? Non fare le cose per interesse, ma fai le cose per generosità, tu occupati del bene degli altri e permetterai poi a Dio di occuparsi del tuo bene e lo farà in abbondanza.

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Un pensiero su “XXIIa T.O. – Anno C

  1. Claudio Cereser

    … sempre più spesso vengo colto dal desiderio (tentazione?) di rimettermi in gioco fra gente che non conosco e che non mi conosce per sperimentare davvero questa Parola.
    Stare in mezzo alla gente e servire loro per quello che si è e non per “il posto” che si ha o che ci si è “guadagnato”.
    Mi vergogno un po’ tanto pensando, ad esempio, ai missionari; a quelli che tornano dopo 40-50anni di Africa o Sudamerica: qui, parlo per me, forse non li si considera abbastanza nonostante abbiano speso la loro vita (la loro UNICA vita, non quella “di riserva”) altrove e per gli altri.
    Per non parlare degli anonimi che per anni, decenni, mezzi secoli si spendono nel silenzio del quotidiano lavando quotidianamente i piedi agli ultimi.
    Ma forse c’è davvero Qualcuno che li aspetta per “portarli davanti”, un po’ come a teatro, perché da lì Lo possano “vedere meglio”.
    Clod

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