2013 dopo Cristo: la storia è rotta in due. – Omelia della notte di Natale – Anno A

Per noi, in questa notte, risuoni un annuncio: quello che ha cambiato il corso della nostra storia.  Nulla é più stato come prima di allora.
“Il popolo che camminava nelle tenebre; coloro che abitavano in terra tenebrosa.” Son le parole di Isaia e parlano di noi. E’ notte. Forse anche in alcune delle nostre famiglie, magari in alcuni dei nostri cuori. La notte dello sconforto, del dubbio, del disorientamento. La notte della fede che non ritrovo, di una coscienza atrofizzata che non sa più scegliere, del “non so più perchè e come andare avanti”. La notte in cui tante vite annaspano, si confondono, non riuscendo a trovare spazio.
E’ la notte della solitudine e dell’abbandono.. per chi vive lacerato da divisioni e lontananze. Per un matrimonio fallito o una vita incompleta. Di un posto vuoto a tavola perchè  quest’anno una persona cara non c’è più. La nostra città in queste ore é afflitta da diverse morti, anche giovani, alcune drammatiche. Non possiamo non ricordarle. Non sentire accanto, con la nostra preghiera, decine di famiglie nel lutto e nella disperazione.
Nella notte si fa più pesante il silenzio del non saper più cosa dire, ne che parole ascoltare.
Eppure é in questa notte che celebriamo quello stesso annuncio che ha cambiato la storia. E continua a farlo. Non avrebbe senso celebrarlo, altrimenti. Se non perchè é questa la notte che continua a cambiare la storia.
Da 2013 anni! Credenti o meno, praticanti o spettatori.. tutti noi siamo chiamati a ricordare che é questa la notte che ha diviso in due il tempo, spaccando a metà la storia. Prima e dopo Cristo. Nulla é stato più come prima. Anche se non lo diciamo.. é da più di 2000 anni che quasi tutto il mondo é orientato a quell’evento. Siamo nel 2013 d. C. Comunque con Gesù ci dobbiamo fare i conti, insomma.
Il rischio é di vivere come gli ebrei.. per il quali siamo nell’anno 5773.. cioè vivono come se Gesù non fosse il Cristo. Riconoscere che può essere anche nato; ma non era il Cristo. Non é cioè la risposta a tutte le nostre domande di senso e di vita, a tutto ciò che continuiamo ad attendere. Non é la luce che può squarciare le nostre tenebre. Anche noi corriamo questo rischio?
Abbiamo aspettato questo Natale con le quattro domeniche di Avvento. Ogni domenica una Parola per noi e una luce in più, qui sull’altare, a ricordarci un crescendo di attesa e speranza.
Ed é in questa notte che questi desideri trovano per tutti noi, nuova vita e vigore.
ha visto una grande luce il popolo.. una luce rifulse, ricorda Isaia.
E’ bello lasciarsi provocare dall’essere quasi nel 2014 dalla nascita di Cristo. Ma é altrettanto significativo ricordare che non siamo qui in una notte a caso. E’ il 25 dicembre. Perchè una data fissa per il Natale? Secoli e secoli di tradizioni pagane e religioni diverse hanno fissato in questa notte la loro origine. La data del solstizio d’inverno. Per chi ne sa qualcosa di astronomia il sole in queste ore inverte la propria rotazione sull’asse terrestre.. é il tempo quindi in cui la notte.. é più lunga e il giorno.. più corto. Sembrerebbe una sconfitta. Ma subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma da qui riprende ad essere vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre, perchè le giornate si allungano.
Anche la natura allora, mai a caso, sembra accompagnarci nel credere. Sentiamoci accompagnati da questo sole che riprende sempre più a brillare e raggiungerci. A squarciare giorno dopo giorno le nostre notti. La luce brillerà in noi e attorno a noi. La accoglieremo? Lo sentiremo nel vangelo di domani. Il prologo di Giovanni, la pagine che accogliamo ogni Natale, ci ricorderà proprio questo.
Ma sarà la luce ancora ad avvolgere e guidare i pastori, come abbiamo sentito, accompagnandoli a Gesù.
Quale sarà per noi questa luce? Quale strada ci porterà ad incontrare il bambino nato per noi? La luce del perdono, della Parola, del servire. La luce della preghiera, della fede, dell’abbandono. Che bello sarebbe, porselo come desiderio ed obiettivo. Qualcosa di concreto da scegliere per coltivare quella luce, per non perdersi cercando di accogliere Gesù.
Maria, infine, continua Luca.. diede alla luce il suo figlio primogenito. E’ bello gustare anche questo dettaglio. Un bambino quando nasce lascia quel buio in cui é stato sospeso, nello spazio e nel tempo per 9 mesi e.. viene alla luce. La luce della nuova vita lo accoglie definitivamente mettendolo al mondo.
Anche noi abbiamo bisogno di venire alla luce. Di essere rimessi al mondo con tutto quello di cui abbiamo più bisogno. Di sentire nascere in noi e attorno a noi la luce di una speranza nuova, di una parola inedita, di una notizia insperata. Che spacchi a metà anche le nostre vite, lasciando fuori la notte ed il buio. Facendoci gustare oggi, qui, per noi quella nascita che sola può dare sapore e orizzonte alle nostre esistenze.
Buon Natale, allora. Che non significa volersi bene o restare uniti. Ma innanzitutto nascere. Venire alla luce. Buon Natale di Gesù, perchè possa trovare posto nei cuori di ciascuno di noi, squarciando la nostra fede tiepida e venendo a condividere le nostre vite. Giorno dopo giorno. Sia una Natale che fa nascere anche in noi il desiderio di questa luce. Da questa notte il buio, ci potrà fare meno paura. La luce é già in ciascuno di noi.

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