Ordinary Love – U2, 2013
Il mare vuole baciare la riva d’oro
La luce del sole riscalda la tua pelle
Tutta la bellezza che è andata persa nel tempo
vuole ritrovarci
Non posso più combattere con te,
sei tu quella per cui sto combattendo
Il mare fa incontrare le rocce,
ma il tempo ci lascia come sassi levigati
Non possiamo cadere più in basso di così se
non riusciamo a sentire l’amore di tutti i giorni
non possiamo andare più in alto
se non siamo in grado di gestire l’amore di tutti i giorni
Gli uccelli volano in alto nel cielo d’estate
e riposano nella brezza.
Lo stesso vento si prenderà cura di te e
io costruirò la nostra casa tra gli alberi.
Il tuo cuore è sulla mia manica
L’hai messo forse lì con un pennarello magico?
Per anni ho creduto che
il mondo non l’avrebbe potuto lavare via
perchè non possiamo cadere più in basso di così se
non riusciamo a sentire l’amore di tutti i giorni
non possiamo andare più in alto
se non siamo in grado di gestire l’amore di tutti i giorni
Siamo abbastanza tenaci per l’amore di tutti i giorni?
non possiamo cadere più in basso di così se
non riusciamo a sentire l’amore di tutti i giorni
non possiamo andare più in alto
se non siamo in grado di gestire l’amore di tutti i giorni
La luce del sole riscalda la tua pelle
Tutta la bellezza che è andata persa nel tempo
vuole ritrovarci
Non posso più combattere con te,
sei tu quella per cui sto combattendo
Il mare fa incontrare le rocce,
ma il tempo ci lascia come sassi levigati
Non possiamo cadere più in basso di così se
non riusciamo a sentire l’amore di tutti i giorni
non possiamo andare più in alto
se non siamo in grado di gestire l’amore di tutti i giorni
Gli uccelli volano in alto nel cielo d’estate
e riposano nella brezza.
Lo stesso vento si prenderà cura di te e
io costruirò la nostra casa tra gli alberi.
Il tuo cuore è sulla mia manica
L’hai messo forse lì con un pennarello magico?
Per anni ho creduto che
il mondo non l’avrebbe potuto lavare via
perchè non possiamo cadere più in basso di così se
non riusciamo a sentire l’amore di tutti i giorni
non possiamo andare più in alto
se non siamo in grado di gestire l’amore di tutti i giorni
Siamo abbastanza tenaci per l’amore di tutti i giorni?
non possiamo cadere più in basso di così se
non riusciamo a sentire l’amore di tutti i giorni
non possiamo andare più in alto
se non siamo in grado di gestire l’amore di tutti i giorni
In ascolto del Vangelo di S. Matteo 3, 13-17
Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Siamo abbastanza tenaci per l’amore di tutti i giorni?
Già.. oggi il vangelo ci parla di questo: non in maniera letterale, ma in effetti parrebbe di si..
Le feste son finite, i regali consegnati, le calorie in eccesso sono in via di smaltimento e i parenti delle festività son solo un ricordo..
E adesso? Riporremo Gesù e la nostra fede con le statuine del presepio e le palle dell’albero?
Evitiamo possibili battute..
Riprende la vita ordinaria, chi ha chiuso per le feste ricomincia a lavorare o vivere.. tornano agende e impegni a pieno ritmo.
Non possiamo più dire “dopo le feste”.. almeno fino alla Quaresima. Ma stavolta ci vorrà tempo.
Riprende la vita ordinaria e potremmo chiederci davvero se siamo abbastanza tenaci per l’amore di tutti i giorni.
L’amore non è un sentimento transitorio. Volubile, effervescente. No..
E’ qualcosa che poi va scelto e coltivato con tenacia, dedizione e creatività plastica.. tutti i santi giorni.
Il vangelo ci offre un Gesù in fila. Nessuna corsia preferenziale, nessuno sconto, nessun permesso speciale o “lei non sa chi sono io”, io “son el fiol del paron..” nemmeno uno stucchevole “a me non serve, non ne ho bisogno..”.
Credo che la pagina di oggi, affascinante e misteriosa, ci offra una seconda mangiatoia: in che senso?
Innanzitutto, chiediamoci: ma dov’era sparito, il nostro mattacchione? L’abbiamo lasciato tra i Magi, l’asino e il bue.. e poi? Alcuni vangeli dedicano due versetti a quando, dodicenne, si trova al tempio e ci rassicurano che cresceva bene. Poi più nulla.
Sparisce per 30 anni e fa perdere le sue tracce. Che cafone. Se ne torna come niente fosse sulle rive del fiume Giordano e si mette in coda per farsi battezzare dal Battista. Questa è bella.
Da lì doveva iniziare; così inizia quel che si definisce “la sua vita pubblica”. Durerà nemmeno tre anni. Cause di forza maggiore (+) certo, ma questi 30 anni di silenzio son affascinanti. Per un veneto iper attivo c’è da impazzire.
Ma quanti miracoli e guarigioni sprecate. Ha lavorato nemmeno 3 anni. Quanto pane e pesce da moltiplicare.. quanta acqua da trasformare in vino.. e invece niente. Sì è limitato a restare in casa come un “single” coi genitori, a fare l’artigiano nell’azienda di famiglia con il padre putativo Giuseppe falegname. Nessuna cosa eclatante. 30 anni immerso, inzuppato, incarnato nel tempo e nello spazio di quella gente, di quella cultura, ad ascoltare i loro discorsi, a decifrarne le attese, a percepirne aspirazioni, sogni e disillusioni, forse anche a sopportarne la religiosità. Andando in sinagoga e facendo la vita della gente. Fino a oggi: sul Giordano per farsi battezzare cioè per chiedere forza di vivere..
Forse senza quei 30 anni immerso in un tenace amore.. il suo ministero di allora e la chiesa di oggi.. sarebbero totalmente diverse.
Una solidarietà totale, dal basso. In fila con chi andava a farsi battezzare.. credenti o meno, pagani o meno, ricchi e poveri, gente in ricerca di senso e di fede o forse li solo per scaramanzia, perchè quello là (il Battista) pareva proprio bravo..
Gesù parte dal basso: in fila coi peccatori e con gli ultimi. Ecco la sua seconda mangiatoia: la gente comune, la vita ordinaria, l’amore di tutti i giorni.
Un mio confratello mi ha buttato lì una poetica.. “ecco l’umanità.. l’unico cielo in cui Lui ami stare.. ” e grazie!
Quello di una mamma che fa quadrare il bilancio domestico, di un papà che si fa il mazzo col suo lavoro, di un letto di ospedale, di una pazienza infinita, di gesti nascosti e forse inconsapevoli, di un fratello che accudisce una sorella, di chi con il proprio lavoro e impegno investe nel futuro, magari educando controcorrente.. ecc. ecc.
E Dio? Col suo vocione dall’alto dice qualcosa tipo.. ” el xè tuto sò pare”..
Cioè, per i non veneti.. “è tutto suo padre”.
Non l’ha detto, lo so.. ma il senso è quello.
Il nostro Dio è d’accordo con la scelta del figlio. Quasi a dire.. farei anche io così, che credete? Compiaciuto e fiero..
Chi vede e incontra il figlio, in questo amore ordinario, farà autentica esperienza di Dio.
Come Padre.. il resto delle nostre idee balzane su di lui, non conta.
Una voce dal Cielo che ti dice: “Ti voglio bene”.
E poi c’è ancora chi si chiede cosa sia il Timor di Dio.
come una colomba …
che noia sentire queste beghe …fai tu ,faccio io …tu sei meglio io son peggio ..
e’ cosi bello pensare che una colomba dal cielo possa portare dei messaggi d’amore …e sarebbe ancora piu’ bello ….non farsi distrarre dalle solite beghe di e’ giusto non e’. giusto e cogliere quello che. di bello ci arriva …ecco , questo potrebbe essere un bel desiderio per i prossimi giorni….