“Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi.”
Ernest Hemingway
In ascolto del Vangelo di S. Matteo 6, 24-34
Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro.
Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.
Dio non è contro la ricchezza, ma contro il suo uso idolatrico.. servire la ricchezza.. cioè mettersi a servirla, mettere la propria vita (energia, risorse, coscienza, realizzazione..) in funzione del guadagno, dei “schei”, del profitto. Mettere questo al primo posto e far cadere tutto il resto.
Il guadagno, la sicurezza economica, l’accumulo perchè non si sa mai, l’accaparrare sottile perchè è gratis o perchè meglio approfittare..
Ai figli, alla salute, ai miei cari, a mio marito, ai miei spazi, ai miei tempi.. penserò più avanti..
Papa Francesco ha detto cose illuminanti a questo proposito parlando della cultura dello scarto e dello spreco.
Quali sono i bisogni fondamentali e imprescindibili che sento sgorgare piano dentro di me?
Riesco a riconoscerli, a chiamarli per nome? Provo a offrirli al Signore perchè mi dia ciò che cerco e sento più importante? Riesco a pregare per questo? A mettere ordine nei miei affetti disordinati e li dove mi ritrovi un cuore attaccato a cose.. meno utili di altre?
Per il resto non ditemi servono commenti.. sono solo immagini da assaporare piano, come un torbato, da far scendere nel cuore..
È una pagina molto gettonata anche nei matrimoni, come inno alla Provvidenza. Al lasciar fare a Dio, al fidarsi di Lui, che non farà mancare quel che davvero serve.. non quello che ci va.
Riconoscere che non siamo davanti a un bancone di un negozio, ma al Padre.
Cercare innanzitutto il Regno di Dio, lo stile con cui Dio vuole essere in relazione con noi per aiutarci ad esserlo con gli altri.. tra fratelli e sorelle nel suo nome.. riconoscendoci figli.
Qual è la giustizia del Regno di Dio? Il merito? Il punteggio? Il risultato?
come scritto nella ‘goccia’, questo brano è molto gettonato anche nei matrimoni…confermo! anche il mio!!!!
non è sempre facile, ma Gesù ancora una volta ci invita a fidarci…anzi ad affidarci a lui! E’ indubbio, che, nonostante tutto, Dio ci vuole bene. Tanto! nonostante i nostri errori e i nostri mille difetti.
Dovremmo ricordarci, chiederci, cosa c’è al primo posto di importante nella nostra vita…. I skey?
Ciao! effettivamente ci avevo pensato anche io…al vangelo del vostro matrimonio….
Nella goccia in uscita ci sarà l’omelia di domenica..ma se la leggi…vedrai non c’entra nulla. L’ho scritta di getto domenica mattina presto, rapito da una emozione forte che mi ha fatto posteggiare l’omelia ufficiale che aveva come centro il vangelo….l’ho salvata…magari torna buona….intanto te la mando…così mi dici cosa pensi….almeno un lettore l’avrà avuto……
un abbraccio.
ps: hai scritto una cazzatta comunque: e non posso non tirarti le orecchie..cosi potrai farlo anche tu quando ne hai l’occasione con tutte le persone con cui ti relazioni……. non scrivere ne dire più “nonostante”… l’hai perfino ripetuto. Nonostante i nostro difetti, errori, nonostante tutto…. NO NO NO NO….. Dio, come Padre, non si tappa il naso per non sentir la nostra puzza! no..non dice…si va ben, facciamo finta di niente, faccio finta de pomi, chiudo un occhio, facciamo su lo stesso in fondo io son Dio e devo essere buono. No…Dio Padre non ci accoglie e vuol bene nonostante… no! ma con… CON I nostri limiti paure ecc. Dio non ci vuole bene perché siamo perfetti ma perché ne abbiamo bisogno….mai “nonostante” ma tutto assieme…non siamo come il pesce a cui toglie spine, testa, squame ecc. ecc. e dopo xè bon! no…tu alle tue figlie fai così? vuoi loro bene nonostante rompano i maroni? pensaci…mona! un abbraccio
Questo è un passo molto famoso. Per me è stato per molto tempo il passo che più mi inquietava e terrorizzava. Perso nelle mie paturnie non riuscivo a dargli quel significato di speranza che porta con sé. Ci vedevo solo la mia paura di essere condannato alla precarietà. Guardando indietro sento vere su di me queste parole. Guardando la strada che ho fatto non posso dire che Cristo non si sia preso cura di me o che mi abbia fatto mancare qualcosa. Mi sento di dire che dipende tutto dallo sguardo o dagli occhiali che indossiamo per guardare il mondo. Lo dico anche per me; serve lo sguardo umile! Umiltà è la parola chiave, perché ti aiuta a dare il giusto peso alle cose e ai bisogni tuoi e di chi ti sta attorno. Umiltà.
Sto leggendo un libro che tocca tra le sue pagine gli anni della ricostruzione italiana dopo la seconda guerra mondiale… mio zio, classe 1938, dice sempre che la loro generazione ha ricostruito l’Italia ma ha allevato una generazione di…..
Forse, per non farsi servi della ricchezza oltre all’umiltà serve anche un po’ di… intelligenza!