“.. Quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur..” (S. Tommaso)
Ricordo che sono molto graditi commenti sulla Parola ascoltata: mi permetteranno un ascolto sinfonico della stessa per preparare un’omelia più aderente alla realtà! Cerca di crearti un attimo di silenzio per preparare il cuore.. per lasciarti incontrare da Gesù.
INVOCA LO SPIRITO SANTO perchè sia Lui ad aiutarti a sintonizzarti con la Parola.
Altrimenti sarà come leggere dei bei fumetti..
Prova a ripetere a mente alcune volte l’invocazione allo Spirito Santo “Vieni Santo Spirito.. prega in me”
Leggi almeno un paio di volte il brano e chiediti alla fine cosa ti colpisca, quale volto di Gesù ti offra, come tocchi la tua vita.. come questo messaggio possa diventare attuale nella tua esistenza.. come appello, impegno, speranza, conforto..
In ascolto del Vangelo secondo San Giovanni (14,1-12)
Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.
Un posto. Immagine concreta, plastica. Penso al posto da tenere al cinema, o per l’amico che deve arrivare a tavola, perchè non si trovi distante in mezzo a gente che non conosce. Mettiamo la borsa, il giaccone sopra la sedia.. diciamo a tutti sorridendo “mi spiace, è occupato”. Teniamo un posto.
Quando muore qualcuno.. sospiriamo “E’ lassù, è andato in cielo, è con Gesù, è diventato una stella, ci ha preceduto, è lassù tra le nuvole, è tornato a casa, è in paradiso, è diventato un angelo, ci guarda dall’alto .. !“. Queste sono solo alcune delle frasi che diciamo o sentiamo dire per parlare della morte.
Ne parliamo per immagini, naturalmente, per analogia; eppure in tutte queste espressioni così umane c’è il senso di un posto ulteriore. Di uno spazio in cui continuare ad esistere in maniera diversa. Di un oltre in cui continuare a credere, sperare.. Fossero anche paradisopurgatorioinferno.
Abbiamo bisogno.. un bisogno ancestrale e spasmodico di immaginarci il nostro defunto o la vita oltre.. in un luogo. E per certi versi quindi in un tempo. Un desiderio atavico di rivalsa, di rivolta.. che non sia tutto qui. Che non possa assurdamente finire tutto qua.
Forse Gesù lo sapeva: per questo ci rassicura che per ciascuno di noi è preparato un posto. Non saremo in piedi, stretti, a caso.. come numeri, ammassati in maniera anonima come in fila. No.
Lui prepara a ciascuno un posto. Lui lo prepara per noi. Mette la sua giacca sulla poltroncina per noi.
E poi si mette a fare un po’ di sana teologia.. che sarebbe bello condividere: solo attraverso la relazione con Lui coglierò Dio come un Padre.. niente di meno o di diverso..
E Tommaso che si scazza subito sbottando ” si va ben, dai.. mostraci il Padre e ci basta”.
A noi basterebbe? Abbiamo il desiderio di vivere questo volto di Dio?
“Chi crede in me anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi”.. io nemmeno ho coraggio di aggiungere altro.. ma se penso che dovremo dire tutti in coro “Lode a te o Cristo”..
Quando lo prenderemo sul serio sto Gesù?
COMMENTA!
Donati un po’ di tempo PER TE STESSO, per fare silenzio, per staccare, per lasciarti raggiungere Una buona volta, senza scuse.. per la bellezza, per “gli ultimi”, per DIO.. un abbraccio e.. prega per me!
Grazie, don mt
“Io sono nel Padre e il Padre è in me”. Questa affermazione mi fa venire in mente la Matrioska dove ogni pezzo in legno si può inserire in un formato più grande. Il pezzo più grande che si chiama “madre”, mi richiama a Dio che si apre per rivelare al suo interno suo figlio.
Anche io mi son trovata a tenere il posto, perchè ci tenevo ad avere quella persona vicina. Ricordo l’angoscia provata quando una mia amica non aveva potuto partire all’ultimo momento per un viaggio insieme a me e pensavo: “e adesso con chi mi siedo? Con chi parlerò?”. Mi son sentita come mi mancasse un appoggio essenziale, ho sentito un vuoto.Ma Gesù mi dice:” Non sia turbato il vostro cuore. abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”. Mi viene da domandare:” quale via, quale verità, quale vita sei per me Signore? Ci sono due bei disegni di Fano su questo brano, in uno c’è Gesù che traccia una strada, portando un cuore, lungo le parti più povere del mondo. Nell’altro ci sono delle bellissime colline verdi dove è scritto Jesus in formato strada e un cartello che indica “vita”, verso questo cartello corre la chiesa e dietro a lei giovani, anziani, una coppia. Non si sa cosa c’è dopo il cartello, si corre solo verso la vita, verso la strada che è Gesù, Lui sa qual’è il suo posto e anche il nostro. Con Gesù allora posso arrivare anche nelle mie periferie, nelle periferie e nei dolori degli altri. L’altro giorno ho ascoltato un’amica per un’ora e mezza ed ho ascoltato perchè a mia volta sono stata ascoltata quando ho avuto bisogno. Quell’ascolto che mi è stato donato, Gesù lo ha rafforzato in me, lo ha reso vivo perchè anche io potessi ascoltare. Con Gesù possiamo essere tutti delle piccole Matrioske: aprirci per lasciare spazio all’altro, per fargli trovare il suo posto, cosa difficilissima quando si tratta dei figli, e man mano che ci si apre si arriva al ” seme” che è l’ultimo pezzo della matrioska, che non si apre perchè da lui è ormai cresciuto l’albero della vita.
Grazie
Roberta
Noi abbiamo troppa fretta. Siamo abituati a ricevere una reazione conseguente all’azione. Vogliamo la risposta subito ed immediata. Non abbiamo tempo di riflettere e meditare su cosa Dio vuole di noi. Per che cosa?? Quale progetto??.
Seguiamo letture, messe incontri spirituali ma non siamo mai appagati al 100% di quello che stiamo cercando.
Rifletto sui fatti della vita: gioie, disgrazie, dispiaceri, sorprese ……….. perché tutto ciò!!! Dove è il progetto che Dio ha su di noi!!!. E’ mai possibile che dobbiamo “accettare” anche il dolore perché? rientra anche questo nel progetto di Dio su di noi??
Mi chiedo sempre …. Signore io sono cieco e insensibile di molte cose della vita ma so che esiste una logica a tutto chò che avviene. Fai tu Signore, mi metto nelle tue mani. Dammi la Saggezza e l’umiltà di riconoscere nel quotidiano della vita il tuo progetto…
La morte di un parente vicino è per me un passaggio che fa riflettere e provocare nelle persone una riflessione sulla vita … Se ci abbandoniamo al progetto di Dio la morte diviene il passaggio in una nuova dimensione, diventa una cosa bella per i viventi perché rientra nel progetto.
L’esperienza della morte di mia madre 6 anni fa ha permesso di avvicinarmi di più a lei e a mio padre vivo; ho la possibilità di vivere un’intimità spirituale e di condivisione sia con mia madre e padre che mai avrei prospettato nella mia vita (ecco il progetto di Dio?). …che positiva è stata la morte di mamma..
Ti confesso che ringrazio il signore di tutto ciò, perché comincio a vedere positivo in tutto…. Quasi quasi mi emoziono a pensare che tutti i fatti della vita sono hanno un significato, anche la sofferenza ….
Ecco che, il posto che Dio ci prepara c’è; il posto è accanto a noi, sta in noi vederlo ed accettarlo senza nessuna condizione o ma se …. allora …..
Penso al lavoro, nella scuola, nella famiglia, alle tante opportunità che questi posti ci possono dare per ascoltare ed esserci. Penso anche alle occasioni in cui possiamo sederci in compagnia di Lui e riflettere, coccolarci a vicenda … scambiarci dei pensieri e riflessioni….. Ti confesso che non mi basta la preghiera comunitaria (Messa) domenicale. Sento tanto il bisogno di isolarmi per sedermi con Lui, vicino a lui e riflettere, pianificare la mia vita, ricevere consigli e parole di serenità in intimità. Contemporaneamente una forza interiore mi dice però “ora parti e vai a esprimere la gioia che senti in te, diffondi questa tua tensione agli altri con un sorriso, un momento di attenzione all’altro … “ … vivi in comunità (Messa) e sii di esempio su ciò che credi di bello.
Un abbraccio.
Domenico
P.S: Spero di esserti stato d’aiuto in qualcosa, nella confusione che ti ho scritto.