Più sudi, più sai di fresco – Riflessione alla veglia di Pentecoste – a

La pubblicità alla tv di un noto deodorante ci sta annunciando un’invenzione che pare aver risolto il problema dell’odore.
Ogni particella di sudore attiva una molecola 2C che rilascia profumo e dona freschezza. Ci dice insomma.. ”più sudi, più sai di fresco”.
Il profumo non come qualcosa di esterno e superficiale che evapori presto.. ma come una cosa che si radichi profondamente in noi, o meglio, in quello che.. facendolo, ci fa sudare.
Non voglio certo essere irrispettoso, ma mi pare interessante.
Quasi un invito a non vergognarci di puzzare perchè solo così potremo profumare. Il profumo nasce dall’incontro tra il deodorante e la nostra umanità affaticata.
Quante cose ci fanno faticare: certe pagine della nostra esistenza, gli impegni a scuola, la vita in famiglia, certe relazioni, alcune pagine del vangelo o certe richieste strane sulla preghiera o la nostra vita cristiana, il servizio che svolgiamo nell’animazione, la convivenza con noi stessi..
Perfino un gesto semplice come quello della donna del vangelo risulta faticoso: non lo vogliono comprendere, ma solo denunciare!
Eppure se la donna si fosse lasciata vincere dalla paura del giudizio, del commento mormorato, dello scandalo prevedibile.. non saremmo qui a parlarne. Già perchè poi quel versetto del vangelo, che adoro, dice proprio la verità, Gesù aveva previsto tutto: In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».
Perchè siamo qui stasera? Perchè attraverso questa veglia possiamo accogliere in modo più consapevole il grande dono dello Spirito Santo che domani, solennità di Pentecose, ci verrà confermato.
Pentecoste é sempre un po’ la cenerentola, nascosta dietro Natale e Pasqua: ma é in forza del suo dono che siamo nati e costituiti come chiesa, qui oggi come collaborazione pastorale cittadina; per la sua varietà di carismi che siamo qui in maniera diversa e complementare tra tante associazioni, movimenti, gruppi parrocchiali e del nostro oratorio Don Bosco. E’ attraverso lo Spirito Santo che noi possiamo fare esperienza vera di Gesù, del Natale e della Pasqua! E’ attraverso lo Spirito Santo da accogliere in noi che possiamo oggi, imparare a profumare.. anche senza molecola 2c.
Il vangelo che ci accoglierà domani alla messa ci parla innanzitutto dei discepoli ancora storditi e soli dopo la risurrezione. Giovanni li descrive chiusi dentro al luogo dove si trovavano per paura dei giudei. Mi pare significativo: si sono chiusi dentro per paura.
La paura non ci fa chiudere in noi stessi? Si tinge magari di spavalderia, di indifferenza o superficialità. Riusciamo a gestirla in mille modi, a dissimularla ma non possiamo far finta di riconoscere che in realtà é lei a gestire noi e a tenerci a bada. Siamo chiusi come quel vasetto di alabastro con cui la donna va da Gesù.
Un vasetto può contenere qualsiasi cosa, ma se non lo apri resta inutile.. ci puoi fare un soprammobile, un ferma carte ma non servirà a nulla. Come certe vite che non si vogliono aprire.. o lasciar aprire.
Mi piace farvi notare che anche i discepoli si sono chiusi dentro. Hanno cioè il potere di uscire, vivere, osare, frequentare da protagonisti il mondo.. ma la chiave é dentro. Anestetizzati!
Viene in mente il cap. 3 dell’Apocalisse “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.”
Ecco quel che Gesù sempre propone a ciascuno.
Ma nei nostri cuori la maniglia é solo dentro. Come in un famoso quadro: cioè sta a noi aprire. Lui può solo restare in attesa fiduciosa di un incontro che sta a noi concedere, di un invito che sta solo a noi accogliere.
Abbassare la guardia, aprire le mani, spalancare il cuore, offrire senza timore le nostre paure. Questi sono i nostri primi atti di fede. Rompere quel vaso, quelle porte serrate, non aver paura di sudare.. sudiamo perchè stiamo vivendo intensamente le nostre vite, con emozioni importanti e vitali, da accogliere.

Siamo cristiani perchè Gesù ci vuole profumare mentre sudiamo. Il dono del suo Spirito ci vuole incoraggiare. La sua presenza al nostro fianco sa trasformare il sudore, la fatica, la paura.. non le elimina.. sarebbe inumano e troppo facile. Ma ce le offre rinfrescate dal suo amore. Ricevete lo Spirito Santo.. ci sentiremo annunciare domani. In realtà questo dovrebbe farci pensare al di là delle immagini usate. Noi il dono dello Spirito Santo lo abbiamo già ricevuto nel battesimo e ci é stato confermato nella cresima. Già vive dentro di noi. Domani ci verrà solo ripresentato. Così potremmo ricordare che é da dentro il nostro cuore che lo Spirito ci guida e ci spinge ad agire.. come il navigatore satellitare alla verità di noi e alla bellezza della vita cristiana. Crederlo già in azione in noi é come rompere quel vaso, incrinare quella paura a colpi di possibilità da dare e fiducia a cui aggrapparsi. Lo Spirito santo che ciascuno custodisce in sè altro non aspetta che lo lasciamo uscire e diventare azione, stile, scelta.. così la nostra vita inizierà a profumare.
Guardiamo il nostro cuore, non il cielo, quando preghiamo.
Sarà lo Spirito a spingere fuori il sudore da noi, sarà il suo profumo ad invadere le nostre vite. Una presenza che già ci abita e che dobbiamo solo accogliere e sfruttare.. perchè spinga fuori e si sostituisca a tutti gli odori di chiuso, di paura, di morte che troppe volte con rassegnata indifferenza ci abitano paralizzandoci. Ecco la responsabilità che viene chiesto: troppo facile restare a guardare il cielo sperando ci piova qualcosa di magico.. Gesù ci educa alla responsabilità di noi, ci tratta da adulti e vuole che sappiamo osare offrirgli la nostra libertà per un dono più grande, un orizzonte più sconfinato in cui proiettarci, una vita che abbia sapore, senso e direzione.
Nella versione di Giovanni del vangelo che abbiamo appena accolto, infime, l’evangelista aggiunge che tutta la stanza si riempì di questo profumo. Cioè il nostro spreco, il nostro dono coraggioso, non profuma solo la nostra vita. Non é gesto privato e riservato.
Ancora oggi quel gesto della donna viene annunciato e preso ad esempio in tutto il mondo, dicevamo.. la vita offerta di Chiara C.P., come stiamo vivendo continua a fare del bene. La chiamiamo testimonianza. Qualcosa che non può non essere. E’ bello.. il profumo non puoi fare a meno di sentirlo. Puoi mettere le mani in tasca, chiudere gli occhi o la bocca, infilarti dei tappi alle orecchie.. ma il naso ti farà sempre percepire alla lunga.. quel che sta accadendo dentro e attorno a te.
Non dobbiamo aver paura di avere paura.
La paura ha solo il potere che noi le concediamo di avere.
Solo affrontandola, spalancando il cuore, aprendo il vasetto.. potremo far uscire da noi e dalla nostra coscienza la voce dello Spirito che sempre ci parla con indicazioni precise e sensazioni di verità e autenticità di noi. Ecco come ci guida, ecco perchè fidarsi e celebrare domani con maggior consapevolezza e fede la Pentecoste: trasformiamo questi desideri in preghiera vera.
Per essere non spontanei, ma autentici.. testimoni autentici di un cuore che ama per primo, che ci ama oltre, sempre, al oltranza. Che ci ama come siamo, a volte chiusi, impauriti, un po’ puzzolenti. Ma proprio così vuol essere amato e si fida di noi. Ci chiede di fare altrettanto, senza riserve, quasi senza accorgercene.. di diventare con Lui, tra di noi e per gli altri, profumo di Cristo.

 

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