Santissimo corpo e sangue di Cristo – A

190614

In ascolto del Vangelo secondo San Giovanni (6,51-58)

In quel tempo Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Carne, sangue, mangiare.. bere.. : sembra un inno al cannibalismo. Pagina quasi un po’ splatter.
Giovanni, poi, come sempre ripete bene quel che sta dicendo con un procedere retorico circolare e avvolgente con il quale pare abbracciare il lettore. Per ribadire, spiegare meglio, avvicinare. Pagina non facile, certo. Forse anche a noi verrebbe spontanea la domanda dei Giudei.. anche se magari facciamo regolarmente la comunione tutte le domeniche da anni.. “come può costui darci la sua carne da mangiare?” quasi a dire.. ma si.. è solo un simbolo.. un pezzetto di cialda tipo quella che avvolge la stecca di mandorlato…che vuoi che sia, basta il pensiero.
Rischiamo di “intellettualizzare” il rapporto con Gesù, trasformandolo in un guru..in un insieme di valori o morali..
Invece è molto chiaro e diretto: chi mangia me.. vivrà per me. Come lo interpretiamo questo “per”?  Strumentale o finale? Per me.. attraverso di me o in funzione di..
Attraverso di me: Lui ci da vita. Non fisica, certo, ma nel rapporto con Lui (Parola, Sacramenti, Silenzio, lasciarsi lavare i piedi, carità.. ) posso accedere continuamente al “viaveritàevita”.. riconosco in Lui la sorgente di quel che mi tiene Vivo, vero, autentico, libero..
In funzione di me.. : la missione.. vivo per Lui, per rendere la mia vita simile alla Sua, per portare avanti la sua missione, la sua volontà e costruire il Suo Regno..
Essere cristiani ha queste due anime, questi due “per” in cui riconoscersi nati e mandati.

Fate questo in memoria di me.. ci sentiamo dire da quando siamo piccoli e veniamo a messa.. che c’entri qualcosa?

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Un pensiero su “Santissimo corpo e sangue di Cristo – A

  1. Roberta

    Uno dei miei due parroci, alla fine della messa domenicale solitamente dice così: “La Messa continua nella nostra vita! Andate in pace”. Puntualmente questa frase è per me il “gong” che sente il pugile sul ring quando riprende a combattere, è un suono che dice: “cosa fai lì nell’angolo, muoviti è ora di riprendere!” Cioè dopo la comunione, anche giustamente, resto in silenziosa preghiera, tutta chiusa in me, ma ecco queste parole mi svegliano dal torpore dal “che ben che si sta adesso”. Ho ricevuto Gesù e Lui si è donato “per la vita del mondo”, è solo l’inizio, è un cibo che rafforza, fortifica, che è in me ma parte da me per arrivare all’altro, alle cose che faccio al modo in cui le faccio. Alle volte si dice ai bambini o lo sentiamo anche noi: “Con la comunione Gesù è nel tuo cuore”. Sì ok ma forse è un po’ pericoloso rinchiuderlo lì, rinchiuderlo nei nostri sentimenti aspettative, è poco, è limitante. In un corso che ho seguito, parlando della figura di Gesù educatore nei confronti dei discepoli di Emmaus, è emerso l’ “essere per” di Gesù in questi termini: ESSERE PER è il massimo dell’apertura all’altro. E’ la dimensione del servizio. Conosco me stesso, le mie esigenze ma vado oltre. Mi faccio dono aiutando a vivere. Il bene dell’altro è la strada alla realizzazione, della mia vita. Il polo d’attrazione è l’altro, la sua crescita.” (NB: Ma come è faticoso crescere due adolescenti!)
    “io sono il pane vivo”. Di per sè il pane è qualcosa di inanimato, ma è la presenza reale di Gesù che lo rende vivo: ha un volto, un corpo, mani, è qualcuno in continuo movimento.
    “Rimane in me”. Mi piace questo stare, questo restare in me del Signore e ci tengo con una certa frequenza al sacramento della Confessione perchè se resta in me questo Gesù, ci tengo che trovi uno spazio pulito, limpido. In un cielo limpido le cose si vedono meglio, più chiaramente. Nello sporco si fa fatica a vedere a trovare. Ecco per esempio in questi giorni sento di dovermi confessare e non vado…per questo son tutta sconfusionata. Questo pane ci farà vivere in eterno: nelle azioni e nelle parole che provengono dalla forza del corpo di Gesù in noi, dei semi germoglieranno, dei volti si riaccenderanno,delle mani si uniranno e noi forse non lo sapremmo mai..ma nell’amore che nonostante tutto continua sta la nostra eternità.
    Buona domenica del Corpo e Sangue di Gesù.
    Grazie
    Roberta

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