Come se in un negozio vi garantissero che quel che state acquistando é scadente.. e un depliant vi dicesse che in quel posto non si mangia poi così bene.. lo sentiremmo assurdo e paradossale.
Eppure ci sono certe pagine del vangelo, (moltissime a dire il vero), in cui accade proprio questo. Sembra che all’evangelista non importi testimoniare fatti accaduti ai discepoli o a Gesù a dir poco imbarazzanti o controversi. Perchè il senso é oltre, non é per cronaca ma c’è un fine di catechesi e annuncio. O lo cogli o lo fraintendi!
Come definire, altrimenti, l’atteggiamento che Gesù ha nei confronti di questa donna cananea?
Prima la ignora.. ”non le rivolse neppure una parola”..
Poi incalzato dai discepoli infastiditi che lo incoraggiano a mandarla via.. chiarisce con spiccata antipatia che non é stato mandato per quelli come lei. Come se non bastasse le risponde infine con quell’affondo sui “cagnolini”. Cane, era l’offesa peggiore. Gli ebrei la usavano contro chi non era come loro, religioso, puro e credente, contro i pagani.. E si che la donna si era rivolta a lui con grande gentilezza chiamandolo per 3 volte Signore.
Forse allora c’è dell’altro e questo Signore ci vuole portare oltre le parole.. Gesù voleva chiarire, in primis ai discepoli, quale dovesse essere il vero modo di rapportarsi con gli stranieri o i lontani, i diversi. Cioè quanto tutto quel che divide, separa, etichetta, svaluta seleziona.. le persone non sia cristiano! Ci interessa?
Ha recitato la parte dell’integralista duro e puro per mostrare quanto fosse ridicola la mentalità separatista coltivata dalla sua gente.
Non perde mai infatti l’occasione per dimostrare poi quanto le “pecore di Israele” si tenessero lontane dal pastore che le voleva radunare mentre i cani si accostassero a lui ottenendo, per la loro grande fede, la salvezza. Penso a quando Gesù piange guardando dall’alto alla città di Gerusalemme o a quando in casa di Zaccheo, scandalizzando tutta la città annuncia che non é venuto per i sani ma per i malati.. quando ricorda a scribi e farisei religiosi e puri che le prostitute li/ci precederanno nel regno dei cieli.. che é fatto per chi ha cuore di bambino e si fa piccolo..
Donna, grande è la tua fede! Le dice.. Unico complimento sulla fede che fa in tutti e 4 i vangeli.. e mica a San Pietro..
Lei che non va al tempio, che prega un altro dio, che agli occhi degli ebrei é un cane infedele e impuro, per Gesù è donna di grande fede. Tale fede sta nel credere che nel cuore di Dio non ci sono figli prediletti o cani, che Lui prova dolore per il dolore di ogni bambino, che la sofferenza di un figlio conta più della sua religione.
Forse per questo nell’antico testamento quando si parla di un Dio che ama l’uomo si usa il verbo delle doglie del parto, dell’apprensione appassionata che ti contrae la pancia.
Questa donna non ha la fede dei teologi, ma quella delle madri che soffrono. Conosce Dio dal dentro, istintivamente, lo sente sintonizzato con il suo cuore palpitante di madre, lo sente pulsare nel profondo della sua carne. E sa che Dio è felice quando vede una madre, qualsiasi madre, abbracciata felice al sangue del suo sangue, finalmente guarita.
Per certi versi questa donna non é solo un monumento di fede e speranza, sembra far cambiare idea e addomesticare anche Gesù Cristo ma é l’icona di una madre, di tutte le madri, che sa lottare e amare per i propri figli. Che non li vuole veder soffrire.. che non accetta sia tormentata dal demonio. Allora forse l’amore di questa madre sfrontata ed insistente ci parla della passione estrema di Dio per l’uomo.. delle sue viscere materne per chi ha creato a sua immagine e somiglianza. Fu Giovanni Paolo I a parlare di un Dio madre.. che ama con cuore di madre e non é mai in pace finchè vede impotente i suoi figli soffrire.
Forse perchè é lei, la madre ad aver sbuffato e spinto nel dare alla vita quel figlio.. é lei ad aver patito travagli lunghi e logoranti.. e non c’è marito che non se ne renda conto dopo essere entrato in sala parto.. Solo la madre può sopportare quei dolori del parto comprensibili e accettabili solo per e con amore, solo perchè danno la vita.. E in questo le donne ci sono maestre..
Mi chiedo.. se ci fossero le donne, donne come queste al potere, al comando di movimenti, sette pseudo religioni, madri pronte a tutto.. non ci sarebbero tanta stupida violenza e guerre fratricide.. in Palestina ed Israele, in Ucraina e in Iraq, in Africa, in India e chissàancora dove.
Le donne che hanno così sofferto, amando per donare vita non permetterebbero giochi di potere e interesse che vadano a cancellare e ditruggere quella stessa vita di madri come loro, con tanta stupida insensibilità e ingenuità.
Chiediamo al Signore Gesù che ci doni la fede di questa madre, la sua insistenza per la nostra preghiera. Facciamo nostro almeno il desiderio di sentirci guardare da un Dio Madre appassionato di noi, che non resti un concetto lontano ed estraneo alle nostre vite ma che il Signore ci conceda di metterci in crisi tutte le volte che lo vogliamo tenere distante così e ci faccia abbassare la guardia e accogliere la sua presenza, il suo sguardo di predilezione sulle nostre vite. Allora ci vivremo come figli, allora potremo guardarci gli uni gli altri come fratelli e sorelle nel suo nome e vivere e convivere di conseguenza.. allora ci accorgeremo che il regno di Dio é già vivo e al lavoro e lo stiamo costruendo giorno per giorno con questo amore.