XXI° T.O. – Anno A

“Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ ali.”

(Dante, Divina Commedia, Paradiso XXXIII)

19082014

https://www.youtube.com/watch?v=fdg5T-bXmfo

E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l’oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.
Emanciparmi dall’incubo delle passioni
cercare l’Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un’immagine divina
di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza

(“E ti vengo a cercare” – F. Battiato, Fisiognomica – 1988)

 

Ricordo che sono molto graditi commenti sulla Parola ascoltata: mi permetteranno un ascolto sinfonico della stessa per preparare un’omelia più aderente alla realtà! Cerca di crearti un attimo di silenzio per preparare il cuore.. per lasciarti incontrare da Gesù.
INVOCA LO SPIRITO SANTO perchè sia Lui ad aiutarti a sintonizzarti con la Parola.
Altrimenti sarà come leggere dei bei fumetti..
Prova a ripetere a mente alcune volte l’invocazione allo Spirito Santo “Vieni Santo Spirito.. prega in me”
Leggi almeno un paio di volte il brano e chiediti alla fine cosa ti colpisca, quale volto di Gesù ti offra, come tocchi la tua vita.. come questo messaggio possa diventare attuale nella tua esistenza.. come appello, impegno, speranza, conforto..

In ascolto del Vangelo secondo San Matteo 16, 13-20
Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Beato te Pietro..
Ne carne ne sangue: insomma.. non ci sei arrivato da solo. Hai accolto come dono una rivelazione.
Il Padre si rivela, si fa capire. Ti vuol far fare esperienza di Lui.
Se Dio fosse un concetto complicato, una idea, qualcosa che devo concepire, comprendere.. sarebbe un macello.
Ci sarebbero delle differenze: le avrebbe volute Lui.. stupidamente, rivelandosi a pochi saggi e non a tutti. Ma che padre sarebbe? Uno che avesse messo in preventivo che alcuni figli “non ci sarebbero arrivati”.. perchè lui voleva parlare “troppo difficile”..Sarebbe stato ne appassionato dell’umanità ne furbo. Ma quante volte ragioniamo così?
Certo è molto comodo: non capisco, non sono intelligente, non fa per me, ho provato ma non sento niente.. e risolviamo la questione.
O al limite mi accontento delle preghierine biascicate, della messacinema cronometratamaniintasca, della promessascout blablabla..
Ma non stiamo cercando niente e nessuno, ma risolvendo banalmente qualcosa di importante per noi. Alibi!
Noi siamo fatti per credere. Dobbiamo solo accoglierlo e viverlo. La nostra vita quotidiana è domanda. La fede può essere dono e risposta.
Pietro forse ci suggerisce, pur indirettamente.. di metterci in ascolto. Di lasciare sia Dio a stupirci nel prendere l’iniziativa.
Non siamo noi a cercarlo, ma Lui a volerci raggiungere. La nostra fede parte da qui, non dall’andare a messa e non dire le bugie. Dal credere Lui ci possa stupire. Lasciargli fare.
Cosa abbiamo da perdere? Perchè non ci crediamo? O ce ne freghiamo? Cosa abbiamo da perdere? Proviamo a rispondere..
 
Credere ci possa rivelare qualcosa di nostro in maniera più piena, bella e inedita. Ecco che allora vale la pena fidarsi di Lui.
Ecco quel che ci promette. Dio non poteva essere così stupido da scegliere di rivelarsi, farsi presente in maniera difficile e “selettiva”.  Altrimenti..
Se Lui ci vuol bene come figli.. farà di tutto per essere compreso e vissuto..
Non è difficile, non è per gli intelligenti, non è per i devoti. O è fruibile da tutti o da nessuno. Un padre non fa differenze, o lo è di tutti oppure..
Questo va assunto come dato di partenza! Allora posso lavorare su di me.. su quel che vorrei, su quel che Lui mi promette..
Cercare il silenzio nel nostro cuore, provare ad entrare di soppiatto in una chiesa vuota e lasciarsi abbronzare dal silenzio e dal crocefisso, provare a dargli del tu dicendogli.. “sono qua”.. hai qualcosa per me? Ti voglio incontrare.. mi parli? Mi affido a te..
Fargli spazio, mettersi a tacere, dargli l’iniziativa.. prendere in mano ogni tanto una pagina del vangelo e non il catalogo dei nostri alibi, l’abbecedario delle nostre giustificazioni, l’agenda dei nostri non ho tempo, ma mi piacerebbe.. e sicuramente dopo gli esami.. faròsaròverrò..
Dio non toglie nulla, non ci è nemico. Non dobbiamo temerlo ne temere di perdere chissà cosa..
Vuole essere “messo alla prova”.. ma ci vuole un po’ di pazienza e fiuto.. parte da noi, accogliere come lui vuole rivelarsi e rispondere al nostro essere continue “domande”. Mettersi in ascolto. Vivere in ascolto. Fidarsi che è già tutto pronto, basta alzare la testa!
Wake Up! (come ha detto Francis Pope ai coreani!)

 

COMMENTA!

2 pensieri su “XXI° T.O. – Anno A

  1. Roberta

    “…tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli….”. C’è quest’unione tra terra e cielo e Pietro ne è il custode. Il compito di Pietro è anche il nostro compito. Legare è restare fermi, prigionieri, significa non essere quella porta che siamo chiamati ad essere. Invece quando sciogliamo baruffe, incomprensioni,pregiudizi, possiamo essere la porta che si spalancherà nei cieli. La porta può essere grande, piccola, larga, stretta, ma l’importante è che possa entrare aria nuova, fresca; porte dalle quali affacciarsi e scorgere la mano di Dio. Mi sento alle volte piccola, molto piccola, quando mi rendo conto di non essere il buon esempio, di aver mancato tacendo quando qualcuno veniva ingiustamente escluso e mentre penso alle sciocchezze che faccio mi vengono in mente i cristiani perseguitati di oggi: loro pagano con la loro vita la domanda “ma voi chi dite che io sia?”, sanno benissimo ogni istante della loro vita per chi rischiano, a cosa tendono, cosa è più importante di tutto e di tutti. Io invece alle volte mi sento ancora chiusa in me e lo dico perchè comincio a percepire la differenza tra essere porta aperta o porta chiusa. Porta aperta significa gioia piena, ricchezza interiore per gli altri ma che si riversa su te stessa, la porta chiusa mi lega alle mie insicurezze, paure aspettative. A me Pietro piace tantissimo perchè lui incorpora tutta la nostra umanità: è dubbioso, traditore, pauroso eppure riconosce il Figlio di Dio, eppure lui è la Roccia la Pietra sulla quale edificare. Pietro è la prova che Dio sa guardare oltre noi stessi, scorge ogni angolo del nostro cuore, sa stupirsi di come siamo. A me piace scoprire come mi guarda Dio quando partecipo all’Adorazione è un momento unico, prezioso un incontro tra me e Lui. Nel silenzio lo ascolto mi sento amata e se ho qualche chiusura, sento dentro di me che qualcosa di nuovo e buono sta nascendo.
    Grazie
    Roberta

  2. Marco

    …”temere di perdere qualcosa”….devo dire che spesso é proprio questa stupida paura a bloccarmi, ad allontanarmi nel quotidiano da Gesù, da quel rapporto di affidamento e ricerca che a volte mi da l’impressione di chiedermi di rinunciare a cose e situazioni, che spesso si rivelano vuoti. Eppure é così difficile “avvicinarsi” e cosí semplice “allontanarsi” da Gesù..dal Bene.

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