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« Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi all’alba per strade di negri in cerca di una siringata rabbiosa di droga, hipster aureolati bramare l’antico contatto paradisiaco con la dinamo stellata nel macchinario della notte […]. »
(Allen Ginsberg – Urlo, 1956)
(E. Munch, L’urlo, 1893, Galleria Nazionale di Oslo)
In ascolto del Vangelo secondo San Giovanni 1,6-8.19-28
Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose:«Io sono voce di uno che grida nel deserto:Rendete diritta la via del Signore,come disse il profeta Isaia».Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Il Battista mi intimorisce sempre: appena mi si avvicina, in un passaggio del vangelo.. non so mai cosa pensare.
Austero, deciso, scarno, minimalista, essenziale, spietato. E poi la liturgia lo colloca sempre nella domenica del “gaudete”.. la piccola sosta “rosa” che la liturgia ci offre a metà avvento.
Mette a nudo. Una parte di me sbuffa. Eccolo, mi dico: nel tempo di Avvento, cavallette, miele selvatico, il laccio dei sandali.. in contrasto con Erode e sua moglie, nel battezzare Gesù, nel rimettere all’ordine chi lo confonde col messia..
Son quelli i passaggi del vangelo, li sappiamo ma..
Asciutto, nelle frasi che ben conosciamo a memoria..
Mi mette come a disagio, è “crudo”.
Eppure affascina, magnetico.. Lui che è “voce”…immagine efficace.
Uno che grida nel deserto. Non scappa, non si lamenta, ne lagna.
Lui nel deserto grida. A chi? Perchè?
Lui grida e non si stanca: l‘hanno ammazzato per questo: perchè gridava in faccia la verità.
Grida.. nel deserto.
Il deserto dell’indifferenza, del tiepidume, del marcio; il deserto della noia, del banale, della superficialità effervescente.
Del “vanno tutti dall’altra parte, non interessa più, tanto non cambia nulla.. cosa vuoi che sia, ormai al giorno d’oggi, ..”
Lui urla.. “in direzione ostinata e contraria..”
Sempre all’ombra, sempre consapevole di essere solo testimone, indicazione, dito che mostra.. passando la giornata a battezzare e annunciare..
Di lui dirà Gesù che non c’era nessuno come lui tra i nati di donna.
Chi è oggi così profetico? Chi oggi urla perchè non può fare altro?
Io a volte mi stanco solo anche a parlare.. altro che urlare..
Che il Battista ci aiuti ad urlare con quanto fiato abbiamo in gola.. quel che merita “gridato dai tetti..”(Mt 10, 27)
COMMENTA!
Ma quante domande fanno a sto povero uomo…per forza uno poi urla, se non si sente capito, se qualcuno lo scambia per qualcun’altro, se si sente sotto osservazione. Poco importa se conosce quello che aveva detto il profeta Isaia:”Rendete diritta la via del Signore”, quelli continuano ad interrogarlo. Giovanni è prima di tutto “voce”, poi una persona, è voce per chi non vuol sentire, per chi fa finta di non capire, per chi non si mette in discussione, per chi dorme e non si accorge di quel che capita intorno. Voce per chi non ha voce e viene condannato ingiustamente per la fede che professa. Rendete diritta la via del Signore, è un grido che ci sta bene oggi. Mi viene da pensare: Rendete il cuore al Signore, ridate a Lui il primato della vostra vita. Giovanni Battista è capace di far posto a Gesù, senza soffrire il fatto di mettersi in disparte. Giovanni suscita tantissime domande e le domande dovrebbero mettere in moto, in cammino. Anche i Magi avevano delle domande e di persona hanno cercato le risposte, mentre Erode aveva delle domande, ma ha mandato altri a verificarle.
Giovanni Battista ci urla:”porta la luce nel tuo posto di lavoro, dove fai sport,a scuola…. Porta la luce dove Gesù non è conosciuto, dove non è considerato. Porta Gesù nei tuoi gesti fraterni. Sii la voce di Gesù e non aver paura!” Giovanni Battista non ha avuto paura, sapeva di non essere la luce e sapeva che la Luce sarebbe arrivata.
Vieni Signore Gesù.
Buona domenica
Roberta
E’ bello pensare che Giovanni è ‘voce’ di uno che non è lui. E’ la voce di un altro, che è la Parola.
Giovanni è voce della Parola.
Cosi Giovanni è figura bellissima di quello che dovrebbe essere ogni cristiano, ognuno di noi. Nella nostra vita a noi è chiesto soltanto di essere ‘voce’ della Parola, che è Gesù. Nelle nostre parole, noi dovremmo solo annunciare la Parola.
Le parole, naturalmente, sono anche i gesti, le opere: queste sono parole fatte ‘carne’.
Ogni nostro gesto dovrebbe essere annuncio della Parola.
Cercando di capire,potrei pensare che Giovanni Battista grida anche a noi,ai popoli che verranno “dopo”per farci comprendere che Gesù viene nel deserto dei nostri cuori.Non cerchiamolo in maestose cattedrali,o nel mezzo di una celebrazione solenne,ma nella semplicità della vita quotidiana.Noi non siamo la luce,ma possiamo tentare di capire colui che è la luce.