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“Drawing Hands” (M.S. Escher, 1948)
In ascolto del vangelo secondo San Giovanni 12, 20-33
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
“Se qualcuno mi vuol servire..”
Ammetto che non ci avevo mai fatto caso. Un po’ di polverosa abitudine e triste ma inevitabile “maniera”..
Stamattina ci son rimasto di stucco. “Servire”..credo sia una vita che leggo senza rendermene conto.. ”seguire”.
Se mi vuoi seguire.. mi segua.. inno alla libertà di rispondere, no?
Invece è SERVIRE. Gesù si chiede chi lo voglia servire. Che gli devo fare, da badante? Da colf?
Il verbo greco è quello del servizio da diacono proprio.. il servo..
Non credo Gesù stia chiedendo di essere suoi servi.. inutili, poi, no? Ma mi piace questa idea.. chi pensa di potermi servire a qualcosa?
Io ho bisogno, sembra dirci, di gente disponibile.. che mi serva per annunciare a tutti che il regno dei cieli è vicino e all’opera.
Ha bisogno.. vuole aver bisogno di noi. La mia vita può diventare uno strumento del suo amore.. inventandosi grammatica di rispetto, fiducia, collaborazione, solidarietà, mitezza.. diventando strumento. Soprattutto scappando agile ed audace dai propri specchi personali in cui veder riflesso solo miserie, fallimenti, pochezze, ferite, compromessi, atrofie.. lasciando entrare la luce ed il vigore di un annuncio che scuote e fa fremere.
La mi vita diventa buona notizia per gli altri. Non perchè carica di competenze, nozioni o chissà quali esperienze.. ma perchè da matita, si è lasciata usare per scrivere.
Io ti voglio servire, Gesù? A cosa? Non è inizio di fede questo? Un parere positivo su di sè, uno sguardo di stima e accondiscendenza, di elezione.
Io ti voglio servire a qualcosa, fa di me quel che vuoi.. che solo tu sai, puoi. Vivere attraverso, vivere per.. sentirsi strumenti.. in mani sicure.
Ecco la fede, la vocazione, la libertà di amarsi amando.
Alcune volte in effetti anche io voglio vedere Gesù, come i Greci. Vederlo, sapere, conoscere, presentare le mie richieste e vederle esaudite; mentre Lui si paragona ad un chicco di grano caduto a terra e questo chicco non può essere chiuso in se stesso, ma esplodere in vita nuova. “Chi ama la propria vita..” e chi non la ama? Io amo la mia vita! Poi mi dico leggendo il versetto: le volte che guardo solo me, che penso di aver sempre ragione, che non mi accorgo quando chi vive accanto a me ha bisogno di attenzioni anche se non le chiede: con questi atteggiamenti io “perdo la mia vita” perchè amo solo me. Sto facendo tanta fatica in questo ultimo periodo con una persona: a capirla, ad accettarla a non dar peso a certi atteggiamenti che mi fanno solo incazzare ed ora mi domando perchè spreco così tante energie. Ad un certo punto mi son detta:”Ok è fatta così, non la cambio…ma posso cambiare io atteggiamento….abbandono il negativo e dico:”Signore aiutami ad accettarla, amarla, che io possa ripartire dal bello che c’è, lasciando perdere il meno bello che vedo”.Funziona, devo dire!
Mi colpisce “adesso l’anima mia è turbata” perchè nonostante tutto Gesù è uomo come noi, nonostante tutto ha paura. Così mi concede di provare questi sentimenti, senza per questo sentirmi debole, inferiore. Mi piace tantissimo “E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Mi vedo con lo sguardo verso quella croce, con un grido che mi esce dal cuore: ricordati di me, salvami, aiutami, prendimi per mano.
“Gesù è sulla quella croce per consentire all’amore del Padre di scendere fino a noi, dentro le nostre insufficienti possibilità di amare in maniera gratuita. Da quel giorno il più grande movimento di Dio – il suo perdono- ci raggiunge nelle nostre paralisi, nei nostri massi che ci tengono ferme, ancorati a terra. Solo Lui, lì su quella croce solleva la terra, abbassa il cielo, con amore e perdono gratuito. Non un colpo di spugna sul passato, è molto di più: un colpo di remo, un colpo di vento nelle vele, per il mare del futuro; è un colpo di verticalità per ogni uomo: sei perdonato. Senza merito, senza espiazione, senza condizioni”.(Tratto dal ritiro di Quaresima delle catechiste di Meolo 2014).
“Signore, vogliamo vedere Gesù”. Alziamo lo sguardo verso la Croce e poi corriamo verso il sepolcro.
Grazie
Roberta
Penso che per ciascuno di noi Dio abbia avuto da sempre un progetto,un disegno,che dovremmo realizzare durante il corso della nostra vita.Non sempre siamo stati e siamo in grado di decifrarlo,
oppure lo intuiamo,ma preferiamo procedere a modo nostro.
Io mi sono spesso chiesta quale fosse,o quale sia ora il disegno per me,,talvolta spero di essere stata una matita abbastanza docile nella sua mano,altre volte,sicuramente,sfuggendogli di mano,avrò sca-
rabocchiato,incapace di vedere i segni errati per poterli correggere e rimediare.
Mi è piaciuta la storiella della matita,è una metafora della vita.Di fronte a fallimenti,in campo morale o spirituale ci si deprime:”..Faccio il male che non voglio,non il bene che voglio”:Per fortuna il Padre è sempre disposto a perdonare,se ci si pente,naturalmente!C’è sempre la gomma !
Però vorrei fermarmi un momento a esaminare la parola “servire” che ricorre spesso nel Vangelo,
è una parola che fa pensare a schiavo,…a servo della gleba…ad uno stato di sottomissione avvilente,
a una privazione totale della libertà.Ma mi pare di ricordare..”non servi ,ma figli!”
Allora non si tratta di schiavitù,quello che ci è comandato è per amore,per il nostro bene,per la nostra realizzazione di esseri umani…Allora io,che odio la schiavitù e amo la libertà,posso dire”:serviti di me Signore,consuma pure la mia matita,anche quando sarò ridotta a un mozzicone spero di restare ben
ferma nella tua mano,assecondando la Tua Volontà”
Maria G.
“Signore,vogliamo vedere Gesù”.Quante volte rivolgendomi in preghiera a Gesù ho detto:io prego,invoco,supplico continuamente,ma chi? Colui che non ho mai visto.(Donna,perchè piangi,chi cerchi?) Frastornata,impedita non capivo che il volto di Gesù si rifletteva negli occhi delle persone che incontravo e che mi chiedevano aiuto.Leggermente confusa ho capito che servire a Gesù è un dono prezioso che entra nel mio cuore per portarmi a un rapporto di confidenza e misericordia verso gli altri.
Signore fa di mè uno strumento del
tuo amore.
San Francesco D’ Assisi.
P.S.Bellissima la parabola della matita,mi sosterrà quando dovrò sopportare una dolorosa temperata.
Grazie Bruna