Beato te che sei già in pensione o sei ancora giovane o non hai più il mutuo da pagare o stai finendo gli esami…ecc. Beato te, sa sempre un po’ di invidia: riconosco qualcosa nella tua condizione che è bello e mi manca. Quando lo diciamo, stiamo manifestando non solo il desiderio ma il diritto ad essere felici, a posto, sereni…
Le beatitudini: non mi pare ancora di averle comprese. Chiamato a commentarle per offrirle in omelia, danno sempre l’impressione di poterle sciupare. Forse vanno solo contemplate. Gandhi diceva che sono «le parole più alte del pensiero umano». Interessante, non della fede, ma per l’umanità delle persone.
Fanno pensare, disarmano, appaiono assurde e irritanti, guai se così non fosse; ma riaccendono la nostalgia prepotente di un mondo fatto di bontà, sincerità, di giustizia, senza violenza ne menzogna, un modo completamente diverso di essere umani. Allora sono anche amiche perché, scrive un biblista, non stabiliscono nuovi comandamenti, ma propongono la bella notizia che Dio regala vita a chi produce amore, che se ti fai carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della tua felicità. Forse potremmo ripartire proprio da qui. E’ un cambio di mentalità radicale, dal sentirsi al centro della propria vita, metro unico di misura, convinti di avere ragione, buon senso, esperienza da vendere, all’accorgerci di altro, lasciandoci ad esempio…stupire. La speranza non può che nascere da quel che è totalmente altro e che non può venire da noi.
Pensiamo alla seconda lettura, Paolo spiega alla comunità di Corinto una cosa fondamentale: Dio non ragiona come noi, è oltre. Per questo spesso riteniamo stolto, debole, ignobile, il modo in cui Lui ci parla, es. alcune scelte di Gesù, qualche pagina del vangelo..questa in particolare. Vuole che lasciamo perdere il desiderio umano di essere potenti, esperti, saggi e nobili…dice…per confidare sia Lui a renderci tali, non noi a conquistarlo, senza mai riuscirvi. Lui, nel figlio Gesù, dice Paolo, si è fatto per noi sapienza, giustizia, redenzione. Perché possiamo vantarci di Lui, mai di noi stessi. Chi si vanta si vanti del Signore! E’ Lui a darci speranza. Sei beato non perché stai così ma perché Dio vuole esserti accanto. A partire proprio da quelle situazioni più difficili.
La prima cosa che mi colpisce è la parola: Beati voi. Dio si allea con la gioia delle persone, se ne prende cura. Il Vangelo mi assicura che il senso della vita è nel suo nucleo più profondo, ricerca di felicità. Che questa ricerca umana è nel sogno di Dio, e che Gesù è venuto a portarvi una risposta. Quindi..noi da sempre, vogliamo essere felici; Dio desidera noi siamo felici; vogliamo la stessa cosa. Ci crediamo? beati noi.
Ieri era la giornata della memoria: tutti a ricordare, molto bene. Era dedicata in particolare ai disabili sterminati. Molto bene.
Mi chiedo: perché nessuno dice nulla sul fatto che la modernissima Danimarca abbia programmato per il 2030 l’estinzione della sindrome di Down attraverso l’aborto sistematico? Vogliono diventare la società perfetta, senza persone dicono, difettate. Se togliamo Dio dall’orizzonte, non c’è etica comune ne condivisa che tenga. Si ritorna tutti contro tutti, ricchi contro poveri, forti contro deboli. Ma chi decide e in base a cosa se una vita sia degna o meno di essere vissuta? chi sia beato o infelice? Forse a volte certe persone, esperienze o sensibilità che di primo acchito vorremmo evitare, perché ci infastidiscono…magari il Signore vuole parlarci di noi stessi, attraverso di esse. Chissà di quali strumenti la vita si può servire per stupirci. Chiediamo al Signore, contemplando questa domenica le beatitudini, di sceglierne una e portarcela a casa, impararla a memoria: possa dirci qualcosa di utile alla nostra vita, aiutarci a sentire che ci vuole più umani, come siamo, che Lui è al nostro fianco, che entrambe vogliamo la stessa cosa, la nostra felicità.. essere beati, alla fine.. è tutto qui.
E’ dura essere “beati ” nella tribolazione. Operatori di pace, di giustizia ah sì… certo provaci! Quanti schiaffi in faccia che ti prendi. Ma sei beato! Allora mi viene in mente la perfetta letizia di San Francesco e il sorriso di 3P. Ci ha lasciato la pelle 3P! Ma Gesù non sbaglia mai .. Lui promette. Non una vita di successo ma qualcosa di più grande, la perfetta felicità quella che io poveraccia non me la posso nemmeno immaginare. Quella che esplode nel cuore, quella che l’anima anela! Gesù mi sembra dire: non preoccuparti tutto ciò non sarà vano ma io mi ricorderò di te della pazienza, del coraggio, della fiducia e della speranza. Non scoraggiarti, Io mantengo! Non solo, Lui ci porta in braccio nella tribolazione! Dovrei ricordarmelo più spesso! Probabilmente passerei meno tempo a lamentarmi e più tempo a rendere questa vita migliore.