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La Trasfigurazione
(Giovanni Bellini, Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte)
In Ascolto del Vangelo secondo San Matteo 17,1-9
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Si sale e si scende. Gesù prende i tre amici e li conduce in alto sul monte.
Sembra quasi li porti a messa. Forse anche per noi è così… andiamo, senza magari sapere bene cosa ci aspetta, anche senza tanta convinzione o voglia.
La strada è in salita: la fatica di lasciar fuori dalla chiesa le nostre cose, le preoccupazioni, i pensieri e problemi. La fatica a rallentare e mettersi in ascolto…la prima parte della messa, la richiesta di perdono sempre in fretta, essere arrivato in ritardo, il chiacchiericcio che non si smorza più…il posto da trovare, volti da riconoscere e salutare. Poi sistemati ci poniamo in ascolto, come loro sul monte. Arriva la liturgia della Parola, Gesù ci parla: Lui è il nuovo Mosè.
Mosè aveva ricevuto da Dio e dato al popolo i Comandamenti. Elia rappresentava i profeti: Mosè + Elia= tutta la Scrittura.
Gesù ora pur conoscendo tutto ciò si offre come nuova Legge, nuova Alleanza, nuova Parola.
E noi ci poniamo in ascolto..dall’antico testamento della prima lettura, al salmo, al nuovo testamento con la seconda e il Vangelo.
Poi giunge la voce, il riconoscimento, lo Spirito.. la comunione. E poi si inizia a scendere…dal monte: i numerosi avvisi già ci parlano di una settimana impegnativa e forse di qualche riunione da ricordare ma ci mostrano anche una comunità attiva e sul pezzo su tanti fronti diversi, generosa e a servizio.
Difficile e inutile cercare di capire cosa sia successo… sappiamo che spesso i vangeli non sono dei semplici reportage o pagine di cronaca ma distillati di teologia in salsa biblica. Ma in essi facciamo esperienza della Parola per noi.
Così anche in chiesa: magari certe omelie e certi preti non ci fanno venir voglia esattamente di fare tre tende e restare li ma ….
In questa seconda domenica di Quaresima la liturgia ci offre la meta finale della vita. Ciascuno di noi sarà trasfigurato, nella risurrezione.
Spesso nelle esperienze di pre-morte, ci togliamo i sandali perchè di fronte ad un tema impegnativo…. ritorna la visione forte e distinta di una luca calda, forte, potente, avvolgente e magnetica.
Non cadiamo faccia a terra, ma sostiamo sorridendo di speranza sincera e disponibilità.