Che cosa cercate?
Le prime parole di Gesù che il Vangelo di Giovanni ci offre sono una domanda. È la pedagogia di Dio, che sembra quasi dimenticare se stesso per mettere in primo piano quei due giovani, quasi dicesse loro: prima venite voi. L’amore vero mette sempre il tu prima dell’io: si fa silenzio, premura, attesa, ascolto, accoglienza.
Anche all’alba di Pasqua, Gesù si rivolgerà a Maria Maddalena con le stesse parole: Donna, chi cerchi? Le prime parole del Gesù storico e le prime del Cristo risorto, due domande uguali, rivelano che il Figlio di Dio non vuole imporsi, non gli interessa stupire, abbagliare o indottrinare, ma desidera solo mettersi a fianco, in ascolto, rallentare il passo per farsi compagno di strada, navigatore satellitare di ogni cuore in ricerca.
Che cosa cercate? Con questa domanda Gesù non si rivolge all’intelligenza, alla cultura o alle competenze dei due discepoli che lasciano Giovanni, o della Maddalena, ma alla loro più autentica umanità. Si tratta di una domanda alla quale tutti sono in grado di rispondere, dotti e ignoranti, laici e consacrati, giusti e peccatori, indifferenti o praticanti.
Perché Lui, il maestro, fa le domande scomode, apparentemente facili ma che fanno vivere: si rivolge innanzitutto al desiderio profondo di ciascuno.
Come quando camminerà a fianco dei due di Emmaus, delusi e arrabbiati… chiedendo loro che cosa avessero…
Che cosa cercate? significa: qual è il vostro desiderio più forte? Cosa volete più di tutto dalla vita?
Gesù, vero maestro ed interprete del desiderio, ci insegna a non accontentarci, a non lasciarci anestetizzare da risposte facili e superficiali, a non continuare a bere da fonti che non dissetano, come dirà alla samaritana al pozzo, nemmeno a confondere bisogni e desideri, diritti e capricci. A guardare la luna, non il dito.
Ci salva dalla noia, dalla superficialità, dalla banalizzazione sistematica, da tutto quello che è luccicoso ma evanescente. E che ci logora dentro.
Con questa semplice domanda: che cosa cercate? Gesù fa capire che la nostra identità più umana è di essere creature in ricerca e di desiderio.
Perché a tutti manca qualcosa: infatti la ricerca nasce da una assenza, da un vuoto che chiede di essere colmato.
Cosa mi manca? Che cosa recrimino? Perché non so stare da solo, perché senza cellulare o connessione mi sento vuoto e sperduto?
E’ questa consapevolezza che ci fa ricordare che non “basta la salute..” importante certo, ma non basta. C’è in ciascuno di noi una vita nello spirito che pretende altro.
Quanta gente sana, è molto triste e sopravvive o si toglie la vita: aveva tutto, si dice sconcertati, eppure…eppure cerchiamo l’essenziale!
E’ la parte sacra di noi, che ci rende come “domanda” di fronte a Dio o all’assoluto, all’infinito o al nulla.
Se è vero che siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio significa anche che è normale sentirsi incompiuti,
perché saremo completi o meglio completati e compiuti, solo in cielo, a casa nostra, ritornando alla pienezza dell’amore di Dio.
Vado a prepararvi un posto, dirà ai dodici, vi prenderò con me…perché dove sono io siate anche voi ..e voi conoscete la via..
Se noi siamo domanda, Gesù è la risposta: via verità e vita, ci rassicurerà.
Venite e vedrete, sia l’invito ad affidarci a lui, ricentrando su di Lui e la strada da fare assieme, la nostra fede e il cammino delle nostre comunità.