Tutte le volte che mi son fermato, magari in Toscana, ad ammirare magnifici campi di girasoli, non son mai riuscito a capire se siano chiamati così perché …si girano davvero insomma…realmente cerchino, quasi con lo sguardo, il sole…al di là di questo: credo li dovremmo imitare: pensate alla liturgia: il Signore sia con voi, e con il tuo spirito, in alto i nostri cuori…
“Sono rivolti al Signore”. Bellissima questa frase, forse non ci abbiamo mai fatto caso: i nostri cuori sono girati verso di Lui…qui c’è tutto il senso della fede cristiana: cercare giorno per giorno di rivolgerci a Lui: sia come cercarlo, sia nel senso di andare verso, in quella direzione…
cercarlo.. quindi conoscerlo, rivolgersi a Lui, al Suo vangelo, al suo stile di vita riconosciuto come degno e promettente anche per noi. andare verso… quindi vivere la propria vita come chiamata, i discepoli oggi ce lo ricordano, andare verso di lui, come attratti, calamitati…in cammino. La fede è un cammino, una cosa viva.
E coi cuori rivolti a Lui, come lo incontriamo? come si mostra a noi? bello, vincente, rassicurante..? no! Di spalle! Gesù ci dà le spalle. Ci chiede di andare dietro e seguirlo: per due volte il vangelo lo ricorda. Non “con” Lui; sarebbe stato più normale e educato…ma dietro! Pensate anche a quando rimprovera Pietro, dicendogli che pensa come Satana..vai dietro di me, ..gli dice. Non nel senso di un castigo (dietro alla lavagna) ma di una posizione. Come quando segui la guida al museo…o in città.
C’è una parola che descrive per noi cristiani questa scelta: la parola “sequela”. Il cristiano vive la sequela, la chiamata a seguire Cristo. Il cristiano non è tale perché fa pratiche cristiane, devoto religioso veneto impegnato socialmente nel far del ben e far tante cose per la parrocchia: il cristiano autentico lo riconosciamo quando vive la propria vita innanzitutto come una risposta. Risposta significa che agisco così perché sono rivolto verso Gesù e mi fido di Lui, come fosse il navigatore satellitare della mia vita.
Che tutto quello che faccio in parrocchia e soprattutto fuori, lo faccio non da schiavo della religione, della morale o di tradizioni, meriti o consensi ma come risposta ad un Suo appello.
Pensate a quando il Battista indica l’Agnello di Dio e i suoi due discepoli lo lasciano li per andare dietro a Gesù (domenica scorsa) o alle rive del lago di Galilea, nel vangelo di oggi…come devono essersi sentiti guardare Andrea, Simone, Giacomo e Giovanni per lasciar li tutto e andare dietro di lui?
Dietro significa che la strada la fa lui. Io mi devo fidare, rispondendo con la fede di cui sono capace, giorno per giorno.
Dietro significa che la strada lui la vede per primo, riesce a scorgere meglio e un po’ più in là di quello che accade, devo accogliere che veda più in là del mio orizzonte, che ci sia una distanza. Io so il mio bene per me, Lui il meglio per me…
Seguo solo una persona che conosco e di cui mi fido…quanto possiamo dire che questo abiti la nostra fede?
Dietro significa che il quel cammino c’è tutta la vita cristiana come qualcosa di vivo, una relazione da costruire, su cui investire: convertitevi e credete nel vangelo…non al..come fosse una idea…nel..immersi nella relazione con Lui, coinvolti ed implicati con la nostra libertà. Tutto quanto viviamo e facciamo…come credenti, è una risposta a Gesù? o è altro? stiamo vivendo rivolti a Lui, desiderando conoscerlo, frequentarlo, ascoltarlo?
Ad es. in questi giorni tanti studenti sono chiamati ad iscriversi a scuola e magari a scegliere se avvalersi o meno dell’ora di religione. Credo sia una scelta importante, che riguardi tutta la famiglia. Per restare rivolti verso…
Infine…i discepoli, sono chiamati mentre lavorano: come cristiani siamo consapevoli che il nostro lavoro è esperienza profonda e indispensabile per la nostra vita di fede? che non serve essere cristiani in parrocchia ma innanzitutto sono i luoghi di lavoro ad aver bisogno della luce del vangelo e di cristiani credibili? chi ci incontra, colleghi ad es. vedono in noi dei cristiani illuminati e rivolti al Signore tanto da far loro “invidia” o provocarli?
I nostri cuori sono rivolti al Signore, come i girasoli, perché vogliamo ascoltare Gesù e rispondergli con la nostra vita. E metterci in cammino dietro di lui verso il nostro meglio. Chiediamogli la grazia di questo desiderio.