Domenica VIa T.O. – B

(Tempo di lettura previsto: 5 minuti)

 

In Ascolto del Santo Vangelo secondo San Marco 1,40-45

Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Altra “puntata” sulle prime ora di vita pubblica di Gesùbbbello come messia…salvatore, unto del Signore. Sta come prendendo le misure. Continuiamo con Marco quasi a spiarlo: oggi sembra davvero che stesse girando a telecamere spente. “Lo voglio”…  quasi gli fosse scappato…”tasi su!”, non dire nulla a nessuno… va’, mostrati, cioè fai le ritualità previste dalla tua fede… che non si accorga nessuno, come volesse nascondere e nascondersi.
Lo voglio, non posso farne a meno, non posso più trattenermi; come faccio? lo voglio. Voglio che tu sia purificato, salvato…molto più di guarito.
La lebbra allontanava dalla vita pubblica, escludeva dalla società, rendeva emarginati, distanti, diversi… il lebbroso con la sua richiesta pare patire più l’emarginazione che la malattia.
Lo voglio, sono venuto per questo. Lo voglio, è il mio desiderio più grande per te e per tutti: per questo sono nato, venuto, il presepio, i pastori, Maria e Giusepe, il battesimo e tutto il resto.
Per questo starò qui fino alla morte, perchè sono il salvatore. Non ne esco… Lo voglio, ci credo, lo desidero. Mi metto davanti all’umanità sofferente, individualista, isolata, affranta, bisognosa, assorta, disorientata e stressata, impantanata in una qualità scadente di vita e di fede, messa all’angolo da una religiosità asfittica e ammuffita, strangolata da idee mortifere di un dio mago pretenzioso distante e menefreghista..per non dire di peggio… o dalla forme coatte e irrazionali di una religione immotivata, anti umana e anti cristiana…
Lo voglio sii guarito..torna a vivere, ti tolgo io quel che ti consuma la vita e ti svuota..
il contatto rende di fatto impuro Gesù, per la religiosità del tempo. Gesù per purificare lui, inquina sè.
Si prefigura la morte in croce per farci vivere…. interessante…
In quello scambio c’è tutta la buona notizia di cui abbiamo bisogno: quali sono le nostre lebbre? da cosa ci sentiamo esclusi?
cosa offrire di noi al Suo contatto e come…

3 pensieri su “Domenica VIa T.O. – B

  1. franco

    E se Pietro, proprio con quel “voler fare tre capanne” , fosse troppo pieno della bellezza che Gesù porta e non ce la facesse più ? Troppo sconvolgimento nella vita normale, troppa fatica nel cogliere che sarà da portarla e condividerla con gli altri; anima semplice che non sa fare di sé ancora un tabernacolo di accoglienza e dono.

  2. Clod

    …in fondo che cos’è Gesù se non il “punto di contatto” (noi aggiungeremmo “fisico”) fra l’uomo, la creatura, e il suo Creatore?
    …e più ci penso più mi prendono vengono le vertigini (fisicamente).

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