Can no magna can: Corpus Domini 2018

Ma a Vicenza li mangiano ancora i gatti? Secondo un mio vecchi amico, si…Come distinguere se stai mangiando coniglio o gatto? Se stai mangiando cane in un sospetto ristorante cinese? Si dice dandone un assaggio all’animale vivo in questione, che lo dovrebbe rifiutare. Da qui forse il proverbio veneto “can no magna can”? 

  Chi mangerebbe carne umana? Il cannibalismo è un grave reato, un folle oltraggio. Non mangio quello che sono. Rifiuto istintivo, ancestrale, un tabù, come l’incesto.

  I primi cristiani, quasi 2000 anni fa, primi tempi della chiesa, venivano accusati di tale pratica perché dicevano di nutrirsi del corpo di Cristo, il fondatore di quella loro nuova strana religione; in genere ci si nutre di altro da sé, per essere meglio sé stessi. Il cibo che mangio, diventa parte di me, mi tiene in vita, mi ricrea. Lo assimilo, diventa simile a me, diventa me stesso. L’eucaristia oggi, proviamo a coglierla da qui. 

Il rapporto che abbiamo col cibo è cambiato tantissimo in questi anni: decine di trasmissioni televisive su come cucinare, chi sia il cuoco migliore, come sistemare un ristorante…al supermercato, ho contato coi passi, c’è più cibo per animali che per bambini, celiachia, intolleranze e scelte alternative…tassi di obesità a livelli incredibili quanto solo l’enorme problema dei disturbi alimentari tra i giovani…anoressia e bulimia.

C’è un intero mondo anche misterioso, dietro al nostro rapporto col cibo, forse per questo Cristo, che ci conosce bene…si è voluto fare cibo per noi. Entrare cioè in una relazione fondamentale.

   Una volta si andava a prendersi la pizza, ora si chiama “take away”, vai, prendi e porti a casa già pronto: gastronomie, supermercati.. Poi è arrivata la “consegna a domicilio”, ragazzi in motorino che consegnano ogni tipo di cibo scelto col cellulare a tutte le ore. Nel frattempo i ristoranti etnici, orientali ci hanno insegnato l’”all you can eat”.. mangia quanto vuoi ad un fisso.  Sciocchezze, se volete, me ne scuso. Eppure dicono il bisogno centrale per cui ci si ciba e quindi si viene all’eucaristia.

Innanzitutto per vivere; poi per stare assieme e celebrare la vita.

Una dimensione fisica, personale ed una sociale, affettiva.

L’una non esclude l’altra. La festa di oggi nasce nel medioevo, 13° sec. per confermare la presenza reale di Cristo nel pane e nel vino. Quasi a dire..fate attenzione a ciò che mangiate! Si dubitava…

Non serve adorarlo e basta in maniera intimistica. Sarebbe come mangiare sempre da soli…Non basta stare tutti insieme se non con un certo stile, ispirato e rinforzato in noi proprio da quel cibo…che non è solo nutrimento ma ispirazione, l’unico atto di “cannibalismo” voluto da Cristo stesso. Fate questo in memoria di me. Per renderci come Lui. Corpo e Sangue. Mangiare la verità di noi, di quello che siamo nel profondo di noi stessi fosse anche solo per accorgercene. Corpo e sangue.

Corpo è…storia, come entrava in relazione con le persone, scelte, atteggiamenti, stile, che sentimenti coltivava nel cuore; corpo sono i sensi, il modo di ascoltare, andare incontro, incoraggiare, servire.

Sangue è vita, passione, calore, fedeltà, sacrificio, dare il sangue…La vita personale e di una parrocchia c’entrano? cambiano?

O Signore non son degno di partecipare alla tua mensa… ma io sarò salvato. Mangiamo Gesù per essere più come Lui e venir salvati dalla peggiore versione di noi fatta di chiusura ed egoismo, che ci farebbe abbuffare dimenticando gli altri e sprecando…anche nei ristoranti all you can eat insegnano comunque giustamente a non buttare il cibo.

L’eucaristia ci salva ricreando in noi la vita stessa di Cristo.

Ecco la dimensione spirituale e personale.

Prendete e mangiatene tutti, il mio corpo per voi e per tutti… o anche…a lode e gloria del suo nome per il bene nostro e di tutta la sua santa chiesa. Ecco la dimensione ecclesiale e sociale. Farsi pane. Andare a prendersi la pizza, consegnarle a domicilio…diventare come quel pane, farsi pane, bontà, per gli altri. Ecco il senso dell’eucaristia per noi cristiani, ecco perché non ha senso dirsi tali senza frequentare la santa messa ne comunicarsi. Parleremo due linguaggi differenti. Ci nutriamo di Lui per nutrire altri con la nostra vita, nel suo nome. Non c’è vita cristiana ne parrocchia se non rimettiamo al centro l’eucaristia come sorgente di energia, fonte di salvezza e metro di misura per il nostro agire di credenti credibili.

Chiediamo al Signore di aiutarci giorno per giorno a desiderare di farci cibo nel suo nome, di lasciarci assimilare a Lui per rendere le nostre vite pane buono di vita eterna.

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