Lo Spirito ci rende cristiani “in divenire ” Pentecoste 2019 -C

S.-Köder-La-cena-del-Signore-1

(Pentecoste, S. Koder)

Perché cercate tra i morti Colui che è vivo? non è qui, è risorto! Era il 21 aprile, giorno di Pasqua. Poi è arrivato Tommaso, incredulo ma pronto poi a riconoscere Gesù Mio Signore e mio Dio!  Nella 3a di Pasqua, Gesù fa la grigliata in spiaggia invitando all’ennesima pesca miracolosa i discepoli che rassegnati avevano ripreso le loro attività ordinarie: chiede loro di continuare a fidarsi e sentirlo vicino, paiono star bene, come spesso noi, anche dimenticandoci della risurrezione. La 4a ce lo presenta col volto del Pastore bello che chiama le sue pecore per nome, mentre ci rassicura che nessuno sarà mai perduto assieme a Lui. Arriviamo poi al cenacolo quando, dopo il tradimento di Giuda, Gesù raccomanda come suo testamento, di amarsi a vicenda, perché da Lui innanzitutto amati e salvati. Invita a saper recuperare dentro di sé le prove di una vita di autentica salvezza vissuta nella fede perché raggiunti in qualche modo da Lui ..e non solo a parole! Così, dice, se lo stiamo ancora ad ascoltare, tutti sapranno che siamo cristiani. Per questo ci darà il suo Spirito Santo, 6a domenica, due settimane fa, che riprende il vangelo di oggi, uno Spirito che sa insegnare e far ricordare: il passato non è una confusione di cronaca, dove un Dio anonimo e assente ci abbandona, il presente è un’opportunità di vita sempre nuova.

Domenica scorsa, l’ascensione: me ne vado per vedere cosa riuscite a combinare, se siete cristiani adulti e maturi o bambini capricciosi…ma vi dono il mio Spirito, ecco la Pentecoste, presenza che vuole abitare la nostra vita.

Due volte lo ribadisce il vangelo: lo Spirito che oggi viene confermato in ognuno di noi è un dono mandato perché rimanga tra noi. Siamo chiamati a sentirlo in noi, come quel paràclito, cioè l’avvocato che ci suggerisce cosa dire, lasciandoci liberi di scegliere. Lo Spirito Santo non parla a nome nostro, nessuna delega, non siamo burattini, ma ci suggerisce volta per volta il meglio per noi qui e ora, il possibile da fare per la qualità della nostra vita. Non si è cristiani perché lo si dice a parole o se ne è convinti ma lo si è nella misura in cui se ne fa esperienza attraverso lo Spirito Santo che in noi ci fa crescere e vivere da figli amati dal Padre. Ne facciamo esperienza tutte le volte che nelle nostre coscienze sentiamo un richiamo pur faticoso e forse a volte scomodo, alla correttezza, alla solidarietà, alla compassione, al bene comune, alla disponibilità, a vivere un’umanità più piena e libera.

   In questi mesi abbiamo dato molta fiducia allo Spirito santo. Per tre sere i nostri Consigli Pastorali e degli Affari Economici si sono incontrati, guidati da alcuni laici preparati, per fare questo esercizio delicato. Nove serate in cui abbiamo cercato di accogliere il dono dello Spirito Santo, ascoltare la Parola di Dio e cercare di comprendere non.. altre cose da fare in ansia e a testa bassa ma quali strade oggi le nostre parrocchie, assieme a tutta la diocesi, possano intraprendere…in questo cambiamento profondo che stiamo vivendo come chiesa e società; l’attenzione a coppie e famiglie nuove, stili di vita maggiormente evangelici, accoglienza di nuove povertà, non solo economiche ma anche affettive, relazioni, spirituali…i temi arrivati da un lavoro simile e precedente, nei due anni passati fatto in tutta la diocesi con il vescovo e quasi 300 persone a rappresentare le comunità parrocchiali.

Che bella allora questa chiesa in movimento, in ascolto, che non ha paura di camminare e sognare, che cerca di restare connessa alla fonte del suo senso, fedele al vangelo innanzitutto e non solo e sempre alle comode tradizioni e abitudini spesso vuote o insipide. 

Ringraziamo di cuore il Signore perché ci vuole cristiani in movimento, in divenire proprio grazie al dono del Suo SS in ciascuno di noi. Questa presenza in noi ci rassicuri e ci trovi umili nell’accoglierlo con disponibilità per continuare a crescere vivificati e vivi, nel suo nome. La Pentecoste ci renda discepoli e testimoni credibili.

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