VIa Domenica t.o. – B ’21

Desidera?

Dal Vangelo secondo Marco 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.  E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Non potersi toccare, se non con il gomito, ansimando con la mascherina e gli occhiali appannati, stare distanziati, non potersi vedere o incontrare, se non via web, la maledizione di non aver potuto salutare un nostro caro ammalato, la logorante durata di questa malattia con gli alti e bassi quotidiani dei vaccini e delle varianti: non c’è dubbio che pur con enormi differenze tra la terribile e dolorosissima lebbra e il devastante Covid… queste malattie producano effetti simili. Allora, come dire, forse il vangelo, in questo tempo, può avere in noi delle risonanze maggiori, echi più profondi. Ascoltarlo durante una logorante pandemia globale, continuamente ancora e sempre travolti da dati e indagini varie, con la paura personale e sociale di essere contagiati o contagiosi…si, ecco: sentiamolo simile. A ‘sto punto tutti vorremmo dire “Se vuoi?”. Guariscimi! No, sei purificato! Ma io vorrei essere guarito, vaccinato ecc. mica purificato. E si ritorna a domenica scorsa. Lo dico sbuffando, lo ammetto. Ma chi frequentasse il vangelo del giorno lo sa, da giorni la vita ordinaria di Gesù nei primissimi capitoli di Marco non ci fa andare oltre. Pare non fare altro: in effetti sta cercando di prendere le misure, ha chiamato appena 4/12 discepoli, sta imparando il mestiere e non può fare a meno di guarire, sanare, purificare, ridare vita, voce, udito… insomma la prima parte del ministero di Gesù è così. Poi pare stancarsi. Come avesse capito che non bastava fermarsi a pregare ogni tanto la notte o andare da altre parti. Come avesse capito che così facendo sarebbe stato frainteso. Affascina tutto questo. Perché siamo cristiani? Perché ne abbiamo bisogno o perché siamo in relazione e questa ci porta “oltre”? Lui è per noi dall’altra parte di un’ideale scrivania-bancone o al nostro fianco?

Un pensiero su “VIa Domenica t.o. – B ’21

  1. Clod

    …ma che bella domanda! Facile….
    Riflettendo sugli anni trascorsi mi chiedo : ma quante volte ho “fatto finta” senza davvero capire che la fede è incontro con una Persona e non con un “catechismo su carta”.
    Avrei un sacco di scuse, a partire da interrogarmi sul perché mai i più dei “professionisti della fede” mi erano così poco significativi….ma forse credevo anch’io d’aver bisogno di essere toccato, di un miracolo del tipo “I have seen the light !!” che mi aprisse gli occhi… e anche con me, a JC, sarebbero cadute la braccia.
    Grazie a Dio mi è concesso (I hope…) ancora un pò di tempo per cercare di recuperare…

    PS: …. a parlare sempre e quasi solo di Covid, corro il rischio di dimenticare tutti quegli altri problemi (di salute e di vita) che affliggono il popolo di Dio e che richiedono una mia, per quanto possibile, “intelligente” presenza…

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