Ricordate? L’inizio de I Promessi sposi, i due bravi che aspettano seduti don Abbondio al varco per… raccomandargli quel che sappiamo….
Un angelo seduto sulla pietra, racconta il vangelo, folgore e neve per descriverlo, e fin qua ci sta ma Matteo…è anche più originale; un po’ sbruffone questo angelo, me lo vedo lì seduto sopra la pietra spostata, soddisfatto, a gambe incrociate a godersi l’alba, gli manca la sigaretta in bocca mentre aspetta impaziente. Povere donne! Andavano ad imbalsamare un cadavere e si ritrovano proprio loro, nullità a quel tempo, invitate a testimoniare la cosa più rivoluzionaria di sempre ai discepoli ancora con la coda tra le gambe. Il cadavere non è qui è risorto, andatevene pure a casa.
Così seduto pare proprio voler dire, “su, dai, mettiamoci una pietra sopra” a questo mortorio, lasciate stare i cimiteri e tornate in Galilea, è vivo. Vi sta aspettando lì. PAUSA
È risorto, allora! Lo abbiamo atteso, ceneri, pesce e quaresima, ulivo, piedi lavati, olii ed eucaristia, passione, croce, processione, silenzio del sabato santo…e finalmente la risurrezione. E adesso? Che ne facciamo? Abbiamo tempo di vivere da risorti con tutte le cose che già dobbiamo fare?
Mi pare un invito audace a provare a mettere una pietra sopra a tutta quelle esperienze religiose-pseudocristiane che continuano a non offrirci vita vera, cioè eterna, ma solo anestetici spirituali, tranquillanti pastorali, narcotici sociali; che ci rassicurano come fieri custodi del sacro ma non ci motivano a scegliere di essere missionari appassionati, sale e luce del mondo, grano di senape;
“Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo
hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio..” tuona il
vangelo di Giovanni a Natale! Una pietra sopra a quanto continua a renderci credenti imbalsamati, che sembrano vivi a parole (Signore, signore), con le dichiarazioni (Darò la mia vita per te!), coi princìpi (non mi laverai mai i piedi!), con il fare compulsivo per continuare a sentirci utili e visibili (Senza di me non potete fare nulla!), coi palliativi pastorali (volete andarvene anche voi?) ma in realtà dentro sono vuoti, o morti …Gesù, piccato, direbbe “guai a voi sepolcri imbiancati”. Ma la buona notizia sta in quella presenza…c’èun angelo sopra quella pietra! Angelo, manca solo la V davanti per ricordarci che vangelo significa buona notizia, annuncio, rivelazione novità!
Quante volte abbiamo definito “un angelo” chi si era preso cura di qualcuno…per passione, coraggio, dedizione, premura.
Lasceremo che la buona notizia della risurrezione si prenda cura di ciascuno di noi? E come? “Per mezzo del battesimo, dice Paolo ai Rom nella lettura, anche noi possiamo camminare in una vita nuova. E continua ”Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.”
Cosa dal battesimo e da questa risurrezione rende nuova la mia vita? Da cosa si potrà vedere che posso vivere da risorto?
Come posso attingere nel mio concreto oggi, adesso, al potermi considerare vivente per Dio cioè attraverso Dio in Gesù?
Quale parte di me può passare a vita nuova e insperata?
Abbiamo tutti messo delle pietre, sopra qualcosa -in noi: lì dove ci siamo arresi e accoccolati nella nostra confort zone; in presunti difetti o brutti caratteri, abitudini religiose stantie, volti di Dio disumani e permalosi, in ferite del passato mai affrontate, grumi di orgoglioso individualismo, in amori malati, relazioni ambigue o dannose, in vizi e compromessi che ci fanno sempre apparire belli fuori…ma col buio dentro. Cristo luce del mondo!, ho urlato prima, e voi avete ringraziato Dio per questo. Cosa potremmo permettergli di illuminare in noi? In un’intervista il cantante della rock band U2 ha confidato: “L’unico problema che Dio non può risolvere è quello che proviamo a nascondergli”.
Insomma…O la fede in Gesù, il Messia risorto, è -in ultima analisi- uno dei tentativi umani per vivere il meglio possibile nel mondo che c’è stato dato e che abbiamo trasformato a nostra immagine (a dirla tutta direi senza grandi risultati Marx-Feuerbach), oppure questa fede è la proclamazione che il regno del mondo come noi lo conosciamo è terminato e che si è inaugurata una situazione senza precedenti. In una parola o il cristianesimo è una religione o è una rivoluzione. Se la prima possibilità sembrerebbe molto più razionale e verificabile storicamente (religione cattolica abbiamo fatto a scuola ed è scritto nei documenti) un bel galateo sociale e affettuoso, la seconda sembra più in armonia con le rivendicazioni del suo fondatore, dei suoi primi apostoli e certe dinamiche del vangelo che parlano di se mi vuoi seguire, fuoco, luce, sale, senape, comunione, piedi lavati che corrono, e amore ad oltranza. Qual è quella giusta o autentica oggi?
Il teologo HUVB ebbe a dire che il cristianesimo è proprio l’unica fede al mondo che crede nell’al di quà o meglio che l’al di là inizia nell’al di quà. Insomma che siamo già ora in grado, avendo ricevuto in dono la vita eterna, di essere contemporanei a Gesù risorto, anche se non ce ne rendiamo conto e non siamo abituati a considerarlo o viverlo nelle nostre Galilee. Siamo nel 2023 durante non dopo Cristo. Lui è già reperibile e disponibile, mantiene la sua promessa e noi possiamo provare a viverci in questo modo nuovo, perché illuminato, come questa notte, dalla luce della sua risurrezione, dall’angelo vangelo.
Per i discepoli tale duplice richiamo a tornare in Galilea suona come…ritorniamo a dove eravamo partiti, dove tutto è cominciato, la nostra vita ordinaria, famiglia, lavoro, l’impegno sociale e civile da cittadini (ci farebbe bene provare a leggere la lettera a Diogneto!) Là mi vedranno…bello sto Gesù veneto, già al lavoro imperterrito (non s’è preso nemmeno un giorno di malattia!)…e che continua a non voler fare tutto da solo e, dopo quanto gli hanno dimostrato, (rinnegato, tradito, abbandonato) continua ad avere bisogno del poco che sono e che hanno da offrire alla chiesa.
Insomma a cosa ci può servire questa risurrezione se non a stimolare la nostra esistenza e le croci quotidiane illuminandole, accordandole a desideri inediti e speranze frequentabili? Poterci impastare col lievito di questa buona notizia fumando insieme con l’angelo… sopra le nostre pietre finalmente rimosse…
A farci sentire di qualità rinnovabile, eterna…a farci percepire possibilmente…diversi, insomma risorti? Mi chiedo…
E perché no?