
In metropolitana ascolto senza volerlo l’epitaffio a F. Battiato:
Aò, è morto B.! chi? Er cantante, quello che ha scritto La cura…” ah.. bella, ma’a ricordo.
(Molto usata nei social o in tv per il suo messaggio)
(all’inizio dell’omelia, tutta l’assemblea interpellata, conferma che “La cura” è la canzone più bella di F.B… perfetto!)
Anche a me piaceva, l’ho sempre seguito volentieri negli album e in concerto: inquieto ma riservato, curioso e intelligente, dedito a pittura, cinema, teatro e soprattutto musica: dal pop alla classica alle sperimentazioni, sempre in ricerca di senso, letture, esperienze, tra filosofie e religioni, capace di fine ironia e sarcasmo. Peccato sia ricordato dai più per “La cura”: canzone molto bella, una strana dedica di amore e passione, eppure è sintomatico. La necessità delle persone di sentirsi interpretate da quelle parole o meglio dal desiderio che esprimono: “io avrò cura di te, ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via…” chi non vorrebbe sentirsi promettere questo da chi dice di volerci bene?
Ne abbiamo avuto tutti bisogno. Oppure chi, in uno slancio di amore e sano protagonismo, non ha avuto bisogno di promettere questo a chi amava, sentendosi forte ed importante: “Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore, dalle ossessioni delle tue manie, supererò le correnti gravitazionali, perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te”. Il successo di questa canzone sta proprio qui: abbiamo bisogno di questi sentimenti. Di farli nostri nel prometterli o desiderarli, donarli o riceverli. Ci rendono pienamente umani, senza vergogna. Eppure, spero di non apparirvi azzardato, questi desideri così belli non sappiamo riconoscerli, come cristiani, nei nostri cuori…pensiamoci. La pecorella smarrita, il figlio prodigo per cui si festeggia, l’adultera perdonata, i piedi da lavare nell’ultima cena… che peso hanno nella nostra fede? Un Dio che si prenda cura di noi…ne abbiamo consapevolezza? Che intendo dire? In fondo l’eucaristia cosa ci dice? Che Gesù nel darsi a noi per amore, facendosi pane e vino per la nostra salvezza, non si è limitato a dirci che avrà cura di noi ma che offre addirittura la sua vita per noi, molto molto di più! Ma forse neppure ci facciamo più caso. Troppo spesso sappiamo elencare cosa abbiamo fatto o faremmo per Dio ma così poco quel che Lui ha fatto per noi. I nostri meriti e diritti, non quello che Lui ci offre. Essere cristiani significa essere figli. Riconoscersi creduti e amati dal Padre prima che indaffarati a far del bene…per Dio.
Non ci ha promesso cose irreali, come Battiato, di evitare la nostra realtà…“ti solleverò dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo dai fallimenti…Supererò le correnti gravitazionali lo spazio e la luce per non farti invecchiare“ Gesù questo non lo dice perché, ce lo ricorda proprio l’eucaristia, è reale, qui in mezzo con noi per affrontare, non evitare gli scogli del tempo e le croci quotidiane. Ecco una delle differenze più belle tra noi cristiani e la filosofia buddhista. La nostra storia concreta, il tempo, la vita e le relazioni, le rughe e le cicatrici. Nell’Eucaristia Gesù si prende cura di noi facendosi nostro cibo, nutrimento, forza, ci rende figli, liberi e responsabili. Non fa tutto lui! Non ci chiede di essere eroi né ci vuole inermi, passivi a farci curare. Infatti il pane e il vino mica son fatti per essere adorati. Ma mangiati e dare forza di vita in noi, per diventare cittadini in questo mondo, senza aderire alle sue logiche. Fate questo in memoria di me. Battiato canta…“Povera patria schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos’è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno e tutto gli appartiene”. Canzone bellissima, a ricordarci, se volete, che il cristiano non tiene la testa sotto la sabbia né si nasconde al caldo in chiesa a fumare l’incenso nella sua comfort-zone con quelli che la pensano come noi…: “Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni, questo paese devastato dal dolore Ma non vi danno un po’ di dispiacere Quei corpi in terra senza più calore? attualissima! Eucaristia è politica perché azione, sguardo critico sulla realtà, capacità di informarsi, indignarsi, denunciare e schierarsi innanzitutto dalla parte degli ultimi, degli scartati per dirla con Papa Francesco; che significa “fare la comunione”? siamo terrorizzati dal farla senza la confessione prima…ma dopo, che ce ne facciamo? La usiamo per vivere gesti e sentimenti di comunione? per creare un mondo come si deve, far venire il regno di Dio e costruirlo? o è come un po’ di lexotan, un digestivo per i problemi, una mentina per l’alito che ci fa sentire a posto?
Eucaristia è sentirsi inviati a costruire un regno fraterno, non buono, regno di pace e giustizia, legalità, trasparenza, prossimità e passione non rispetto! (parola vuota e assente dal vangelo!) partecipazione, impegno civile e solidarietà sociale. Non nasce da desiderio di Gesù di essere adorato, siamo noi che con devozione, lo facciamo, col rischio a volte di ridurlo ad un feticcio. Ma di essere nostro alleato, come spiega Mosè al popolo nella 1a e conferma l’autore di Ebrei nella 2a. Cristo, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente- Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, i chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.
Battiato canta “E ti vengo a cercare Perché sto bene con te, Perché ho bisogno della tua presenza per capire meglio la mia essenza”. Anche noi cristianicapiamo chi siamo veramente solo vivendo la comunione con Cristo e lo Spirito, specchiandoci in Lui, lasciandoci curare dalla buona notizia, la sua presenza nel vangelo e nel pane, nei poveri e della qualità di amore e comunione che riusciamo a vivere. Se riconosciamo che in Lui abbiamo trovato il nostro “centro di gravità permanente, che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente” ..va be.. mi permetterà di vivere alla sua presenza ed in equilibrio. E questo vale molto molto di più di una semplice ma bellissima cura. Gesù si fa nostro alleato e ad ogni eucaristia questa relazione ci rinforza, ci nutre e rimanda nel mondo a creare quella comunione che è dono da accogliere e responsabilità da condividere. Speriamo come cura, ci basti…