Sul ponte sventola bandiera bianca… Omelia Corpus Domini 2021 B

In metropolitana ascolto senza volerlo l’epitaffio a F. Battiato: 

Aò, è morto B.! chi? Er cantante, quello che ha scritto La cura…” ah.. bella, ma’a ricordo. 

(Molto usata nei social o in tv per il suo messaggio)

(all’inizio dell’omelia, tutta l’assemblea interpellata, conferma che “La cura” è la canzone più bella di F.B… perfetto!)

Anche a me piaceva, l’ho sempre seguito volentieri negli album e in concerto: inquieto ma riservato, curioso e intelligente, dedito a pittura, cinema, teatro e soprattutto musica: dal pop alla classica alle sperimentazioni, sempre in ricerca di senso, letture, esperienze, tra filosofie e religioni, capace di fine ironia e sarcasmo. Peccato sia ricordato dai più per “La cura”: canzone molto bella, una strana dedica di amore e passione, eppure è sintomatico. La necessità delle persone di sentirsi interpretate da quelle parole o meglio dal desiderio che esprimono: “io avrò cura di te, ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via…” chi non vorrebbe sentirsi promettere questo da chi dice di volerci bene? 

Ne abbiamo avuto tutti bisogno. Oppure chi, in uno slancio di amore e sano protagonismo, non ha avuto bisogno di promettere questo a chi amava, sentendosi forte ed importante: “Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore, dalle ossessioni delle tue manie, supererò le correnti gravitazionali, perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te”. Il successo di questa canzone sta proprio qui: abbiamo bisogno di questi sentimenti. Di farli nostri nel prometterli o desiderarli, donarli o riceverli. Ci rendono pienamente umani, senza vergogna. Eppure, spero di non apparirvi azzardato, questi desideri così belli non sappiamo riconoscerli, come cristiani, nei nostri cuori…pensiamoci. La pecorella smarrita, il figlio prodigo per cui si festeggia, l’adultera perdonata, i piedi da lavare nell’ultima cena… che peso hanno nella nostra fede? Un Dio che si prenda cura di noi…ne abbiamo consapevolezza? Che intendo dire?  In fondo l’eucaristia cosa ci dice? Che Gesù nel darsi a noi per amore, facendosi pane e vino per la nostra salvezza, non si è limitato a dirci che avrà cura di noi ma che offre addirittura la sua vita per noi, molto molto di più! Ma forse neppure ci facciamo più caso. Troppo spesso sappiamo elencare cosa abbiamo fatto o faremmo per Dio ma così poco quel che Lui ha fatto per noi. I nostri meriti e diritti, non quello che Lui ci offre. Essere cristiani significa essere figli. Riconoscersi creduti e amati dal Padre prima che indaffarati a far del bene…per Dio.

Non ci ha promesso cose irreali, come Battiato, di evitare la nostra realtà…“ti solleverò dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo dai fallimenti…Supererò le correnti gravitazionali lo spazio e la luce per non farti invecchiare“ Gesù questo non lo dice perché, ce lo ricorda proprio l’eucaristia, è reale, qui in mezzo con noi per affrontare, non evitare gli scogli del tempo e le croci quotidiane. Ecco una delle differenze più belle tra noi cristiani e la filosofia buddhista. La nostra storia concreta, il tempo, la vita e le relazioni, le rughe e le cicatrici. Nell’Eucaristia Gesù si prende cura di noi facendosi nostro cibo, nutrimento, forza, ci rende figli, liberi e responsabili. Non fa tutto lui! Non ci chiede di essere eroi né ci vuole inermi, passivi a farci curare. Infatti il pane e il vino mica son fatti per essere adorati. Ma mangiati e dare forza di vita in noi, per diventare cittadini in questo mondo, senza aderire alle sue logiche. Fate questo in memoria di me. Battiato canta…“Povera patria schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos’è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno e tutto gli appartiene”. Canzone bellissima, a ricordarci, se volete, che il cristiano non tiene la testa sotto la sabbia né si nasconde al caldo in chiesa a fumare l’incenso nella sua comfort-zone con quelli che la pensano come noi…: “Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni, questo paese devastato dal dolore Ma non vi danno un po’ di dispiacere Quei corpi in terra senza più calore? attualissima! Eucaristia è politica perché azione, sguardo critico sulla realtà, capacità di informarsi, indignarsi, denunciare e schierarsi innanzitutto dalla parte degli ultimi, degli scartati per dirla con Papa Francesco; che significa “fare la comunione”? siamo terrorizzati dal farla senza la confessione prima…ma dopo, che ce ne facciamo? La usiamo per vivere gesti e sentimenti di comunione? per creare un mondo come si deve, far venire il regno di Dio e costruirlo? o è come un po’ di lexotan, un digestivo per i problemi, una mentina per l’alito che ci fa sentire a posto? 

Eucaristia è sentirsi inviati a costruire un regno fraterno, non buono, regno di pace e giustizia, legalità, trasparenza, prossimità e passione non rispetto! (parola vuota e assente dal vangelo!) partecipazione, impegno civile e solidarietà sociale. Non nasce da desiderio di Gesù di essere adorato, siamo noi che con devozione, lo facciamo, col rischio a volte di ridurlo ad un feticcio. Ma di essere nostro alleato, come spiega Mosè al popolo nella 1a e conferma l’autore di Ebrei nella 2a. Cristo, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente- Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, i chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.

Battiato canta  “E ti vengo a cercare Perché sto bene con te, Perché ho bisogno della tua presenza per capire meglio la mia essenza”. Anche noi cristianicapiamo chi siamo veramente solo vivendo la comunione con Cristo e lo Spirito, specchiandoci in Lui, lasciandoci curare dalla buona notizia, la sua presenza nel vangelo e nel pane, nei poveri e della qualità di amore e comunione che riusciamo a vivere. Se riconosciamo che in Lui abbiamo trovato il nostro “centro di gravità permanente, che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente”  ..va be.. mi permetterà di vivere alla sua presenza ed in equilibrio. E questo vale molto molto di più di una semplice ma bellissima cura. Gesù si fa nostro alleato e ad ogni eucaristia questa relazione ci rinforza, ci nutre e rimanda nel mondo a creare quella comunione che è dono da accogliere e responsabilità da condividere. Speriamo come cura, ci basti…

Siamo inzuppati in una relazione d’amore… Ss. Trinità ’21 – B

Ci mancava anche la Trinità! Se uno da fuori entrasse in chiesa penserebbe che abbiamo le idee poco chiare ma confuse. Provate a pensarci… noi crediamo in Dio?

Dio,    si ma non basta, di sé ha detto che è

Padre, mettiamoci, altro passaggio…

3  alcune funzioni dal curriculum: Creatore, Onnipotente, Santo 

Gesù! Cristo?è il cognome? detto Salvatore… presente nell’Eucaristia, Santissimo e Parola, dove 2 o3 sono riuniti nel Suo nome… Agnello…  Poi parliamo spesso di..

il Signore: non si capisce mai di chi si parli…Padre o Figlio?

6  Lo Spirito Santo… solo per carismatici e rinnovamento o a Pentecoste

Trinità… e siamo già a 7!!

Madonne nelle varie edizioni e nei 5 continenti… dipende…

9  I santi …  ognuno ha i suoi come pure del resto ognuno ha.

10  il suo angelo custode……… e infine, non tralasciamo

11  i nostri defunti che dal cielo ci accompagnano…

Insomma pare un supermercato: è tutto uguale? quando prego a chi mi rivolge e come? chi mi ascolta? E chi vince?

Vi va se mettiamo ordine?  chi mi aiuta?

Dio è il cognome!      triangolo di relazioni…

io vi entro nel mezzo:   BATTESIMO, immerso  inzuppato in questa relazione, vuol dire però che non vivo in gabbia

ma che.. questi tre entrano in me     sono compreso in questo…  faccio parte della loro famiglia!

Io mi rivolgo a Gesù, attraverso lo Spirito e i suoi doni  e Gesù mi porta al Padre..che non è il dio di cui ognuno si fa un’idea…

il confronto con Gesù sempre bonifica ed evangelizza il mio dio!

Faccio parte della famiglia… senza se e senza ma…

Questo mi dice almeno due cose: 1 su di me e 2 su Dio

>>>Su Dio intanto… ma come passa il tempo? che fa durante il giorno? si affaccia, guarda giù e distribuisce gratis e a caso il male e il bene? la morte e la vita? non credo..lo pensiamo ma…

33° canto del Paradiso e quindi della Divina Commedia:

S. Bernardo prega Maria che interceda perché a Dante sia concesso di contemplare un attimo Dio.. 

dentro da sé, del suo colore stesso,
mi parve pinta de la nostra effige:
per che ‘l mio viso in lei tutto era messo.

Nel cuore di Dio c’è la persona umana, siamo noi, quello che gli sta più a cuore…ci ha impressi nel cuore, al centro di sé..

come ci poniamo di fronte a questo?  chiediamo alla trinità di aiutarci a ricordarlo. E’ il mistero dell’incarnazione (Natale)

in forza di questo ci ha creati a sua immagine e somiglianza, fatti cioè per assomigliargli…quando amiamo…non per essere devuoti.

In forza di questo la liturgia ricordando la comunione coi defunti..

Ricordati anche dei nostri fratelli e sorelle che si sono addormentati
nella speranza della risurrezione
e, nella tua misericordia, di tutti i defunti: ammettili alla luce del tuo volto. 

BELLISSIMO

La 2a cosa è su di me…su ciascuno di noi

Da lì dentro, cuore della Trinità, capiamo chi siamo per Dio…come valutarci. Figli amati!

Lo Spirito santo attesta che siamo figli di Dio, eredi di Dio…  partecipare alla sua gloria  (2a lettura  ai Romani)

FIGLIO è il cognome…anche se il mio nome è: fragile, insicuro, peccatore, tiepido, infedele, indifferente, sbagliato, superficiale…

Sono innanzitutto figlio ed erede. Poi, son quello che sono. Il battesimo viene prima e ci aiuta ad andare oltre. Immagine e poi si diventa somiglianti!

Gli undici, hanno vissuto con lui da risorto, prima dell’ascensione, ricevono il dono dello Spirito santo. Matteo nel vangelo dice che

si prostrarono:  e    dubitarono: assieme. Noi diremmo “che ipocriti”

a loro, così come sono, intanto, Gesù dice…andate… 

non devono prima capire tutto, meritare nulla, essere perfetti, puri, degni, pronti, 

non li fa promettere di migliorare, cambiare, convertirsi, ravvedersi…    chiede loro di accoglierlo con loro fino alla fine del mondo

lo faranno da sé nella misura in cui non partono da soli ma si sentono accompagnati da Lui

Dio non ha mandato messaggi ma messaggeri

Altrimenti porteremmo solo noi stessi. Invece siamo chiamati ad andare assieme a Lui a testimoniare che…

che?

Dio non è un influencer e tu puoi portare frutto! – Omelia Va DI Pasqua ’21 -B

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/l-inganno-influenceril-45-non-e-umano

Nuovo lavoro: Influencer…vive dei nostri like, guadagna se è famoso, ci vuole consumatori fedeli, clienti affezionati sempre li a seguirlo e adorarlo sui social. Niente di nuovo: vecchi miti, idoli..cantanti musicisti sportivi…li  guardiamo e vorremmo essere come loro, anche se sono distanti ma… appaiono miti..grandi…   godono di essere così…faremmo di tutto per loro.

   Ma non è questa la dinamica in tutte le religioni? una serie di pratiche, sacrifici, culti con cui entriamo in relazione con i vari dei, per dire che sono importanti e li vogliamo avere vicini: dall’olimpo greco alle divinità romane, fino alle religioni orientali…o ai nuovi guru di pseudo religioni tutte a pagamento. tutti sono idoli, in greco..servo.

E la nostra fede cristiana? le quaresime, i fioretti, i sacrifici, tutto quello che ci diciamo, le emozioni che censuriamo perché pensiamo di dover essere perfetti senza mai perdere la pazienza o distrarsi…essere cristiani come un galateo di cose da fare, un dio magico che ci controlla, punisce o esaudisce le nostre preghiere, apprezza le nostre candele, ascolta i nostri bisogni e richieste..

…ma quale buona notizia ci viene annunciata?..un pastore che ci chi..ama per nome, ci vuole salvare, da la vita per noi, uno che si mette dalla nostra parte, paraclito, 2 domeniche fa, uno che ci difende da lupi e mercenari, domenica scorsa, che ci promette

vita in abbondanza, che ci dice che Dio ha il comandamento vita eterna… ma quanto bello è esser cristiani? e oggi…strepitoso questo vangelo…

>>portare frutto. Dio non vuole essere adorato né famoso, non ci vuole idoli timorosi e distaccati.. la nostra vita diventa generativa.

Questo è l’unico modo per lodarlo, dargli gloria…con fatti non con parole!

io come cristiano: porto frutto nella misura in cui comincio a chiedermi “oggi ho vissuto da figlio di Dio”? se comincio la giornata con un segno di croce e chiedo al Padre di sentirmi guardare come mi guarda Lui, se desidero vivere come il chicco di grano che sceglie di morire per far vivere…se penso che essere creduto da Lui valga più di dirmi credente…

io nel mio lavoro: lo vivo con questa attenzione o gioco sempre al ribasso, faccio il mio e poi pazienza, scelgo determinate attenzioni e valori? dal sorriso, alla collaborazione, alla coscienza critica, al sapere dire sani si e robusti no…vivo con responsabilità e consapevolezza di un bene comune a cui tutti siamo chiamati? lasciare il mondo meglio di come l’ho trovato, accorgermi degli ultimi e delle ingiustizie.

io come coppia: portiamo frutto o siamo già in corsia di emergenza? da quanto non abbiamo niente da dirci? la coppia porta frutto se innanzitutto ciascuno continua a far crescere l’altro…se almeno coltiva questa tensione ad essere generativa in sé e attorno a sé…trovare il modo per andare oltre sé stessa.

noi come famiglia: le attenzioni educative, le scelte concrete per vivere assieme in questo tempo, in questa città… solidi e solidali.

noi come parrocchia: siamo attenti a fare ciascuno quel che gli pare salendo a turno sul palcoscenico o cerchiamo di essere esempio di una fraternità, di una comunione che faccia assaporare che è bello vivere da cristiani e da figli e che il Regno di Dio è non solo alla nostra portata, ma anche nelle nostre mani e soprattutto è credibile e desiderabile vivere con questo stile?

noi come chiesa: quali le nostre priorità? la testimonianza da dare oggi, il linguaggio da usare, il tono, il modo di porci..non siamo più, per fortuna, nei anni 60 anni fa automaticamente cristiana, dove si credeva anche per convenzione o inerzia

oggi essere cristiani è una scelta libera…ma dal punto di vista culturale..abbiamo anche tutti contro, e tanta gente ci tiene a dire che mica ha problemi per dover credere, che è normale, che aver fede in Dio è superfluo, si sta bene lo stesso, si ama lo stesso ed è vero! ma allora le cose si fanno interessanti se ci stiamo dentro con intelligenza.

Come si fa a portare frutto? messaggio per tutti. Tutti possono portare frutti, devoti o detenuti, insicuri o malati, peccatori o indifferenti: potremmo chiederci..assieme.. non c’è vita se non porti frutto… ma intanto: tutti partono dalle stesse possibilità per portare frutto? c’è bisogno di maggior giustizia, di una economia e finanza umane, legalità…di opportunità e prospettive liberanti!

ecco come viene il regno di Dio, il ruolo della dottrina sociale della chiesa.  Due modi ci offre la Parola. Il vangelo: rimanere, per dire che non è  facile né scontato, che siamo sempre tentati di andarcene da tale prospettiva e chiuderci in noi stessi e la nostra zona comfort. lo ripete almeno 15 volte in questo capitolo.

E 2) se desidero almeno fare mia la prospettiva della seconda lettura…amare a fatti e non con le parole..con atteggiamenti, scelte, gesti attivi di rispetto, premura, attenzione, ascolto, empatia. Non ci dice Signore Signore ma chi fa la volontà del padre mio è mio fratello sorella padre e madre, ci annuncia Gesù. Non ha davvero mezze misure, né tiepidezze.

Sta a noi insomma, rendere lode a Dio nel portare frutti, quelli che abbiamo detto, vivendo liberi, saldi e gioiosi. Dio non ha altro mezzo che farsi pubblicità ed essere annunciato..

con questa consapevolezza allora ci saluteremo dicendo “glorificate il Signore con la vostra  vita e andate in pace!”